Operata di ernia a Pordenone, muore dopo una settimana

La procura di Pordenone ha messo sotto indagine sette medici e un'infermiera dopo che una donna operata di ernia è morta una settimana dopo le dimissioni dal'ospedale

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Una donna di Caorle, in provincia di Venezia, è morta a 61 anni una settimana dopo essere stata operata di ernia.

Doveva essere un intervento di routine, racconta il Gazzettino: una di quelle che si fanno, come si suol dire, "ad occhi chiusi". Eppure la procura di Pordenone ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati sette medici e un'infermiera nell'ambito di un procedimento per omicidio colposo.

Il 6 settembre scorso la signora Annamaria Gnan, titolare di un salone per parrucchiere nella città lagunare, si sottopone ad un “semplice” trattamento di ernia iatale tramite laparoscopia esplorativa al Policlinico San Giorgio di Pordenone. Una volta tornata a casa, però, la donna lamenta fortissimi dolori e ne parla con i medici: i dottori, però, sostengono che si tratti di una conseguenza normale per l'aria introdotta durante l'operazione chirurgica.

Nel giro di pochi giorni però la situazione precipita e nella notte fra il 13 e il 14 settembre la donna muore perdendo sangue dalla bocca e dal naso, senza riuscire più a respirare.

La famiglia ha sporto denuncia e ora il sostituto procuratore di Pordenone Nicola Russo, titolare per competenza territoriale delle indagini, ha aperto un fascicolo in cui sono stati iscritti i nomi dei componenti dell'équipe della sala operatoria che ha eseguito l'intervento, oltre a quelli dei medici che hanno visitato la donna dopo l'operazione e al momento delle dimissioni. Sulla salma della donna operata di ernia verrà inoltre eseguita l'autopsia.

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