Alla fine Riccardo Carnevale, figlio di Paola Perego, è riuscito a fare il tampone. Lui era uno dei due dj delle serate in uno dei più noti club della Costa Smeralda, frequentanto principalmente dai giovani di Roma Nord, quelli delle famiglie bene della Capitale. Venuto a conoscenza dei primi contagiati, tra i quali l'altro dj con il quale Riccardo Carnevale ha condiviso gomito a gomito le vacanze in Sardegna, il 23enne è tornato a Roma e ha iniziato la trafila per la richiesta del tampone. Sono stati quattro giorni di ansie e di preoccupazione per lui, per la fidanzata e per le loro famiglie, espresse in lungo post su Facebook carico di indignazione da parte di Lucio Presta, marito della Perego.
Solo dopo il clamore mediatico nato attorno a questa vicenda, che coinvolge personaggi noti, al quinto giorno Riccardo Carnevale e la sua fidanzata sono riusciti a ottenere il tampone, ma Paola Perego non vuole parlare di privilegi. "Non abbiamo avuto e nemmeno cercato favoritismi. Con la salute i privilegi non devono esistere, è un diritto di tutti. Il senso era far capire quello che passano centinaia di altre famiglie come la nostra, ma che non hanno voce per farsi sentire", sono state le parole della conduttrice al Corriere della sera. Riccardo Carnevale ha seguito in maniera rigorosa le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie della Regione Lazio, compresa la lunga coda di sei ore dal Drive-in per il tampone, che poi non gli è stato effettuato se non giorni dopo. Come lui hanno agito anche tanti altri ragazzi presenti a quelle feste, ora demonizzate, della Costa Smeralda: "Mio figlio, come i suoi amici, del resto, è molto responsabile e lo ha dimostrato anche in questo caso. Generalizzare è sbagliato. Appena ha saputo di essere stato in contatto con una persona risultata positiva ha avvertito tutti quelli con cui era stato nei giorni scorsi, consigliando il tampone".
Nelle parole di Paola Perego emerge una punta polemica per il valzer delle discoteche, aperte e poi richiuse dopo un mese e mezzo, con tutto ciò che questo ha implicato ai gestori, compresi i costi, talvolta non ammortizzati, dell'adeguamento alle misure anti-Covid: "Ci voleva un po’ di testa. Inutile ora criminalizzare i locali o i ragazzi: se ti dicono che puoi aprire apri e in discoteca ci vai, se pensi che sia possibile farlo". Riccardo Carnevale lavora con le discoteche in qualità di dj e, nonostante le preoccupazioni di questa scelta, Paola Perego si dice fatalista in questo senso. Tuttavia, alla conduttrice non è sfuggito il paradosso delle mascherine, ancora al centro delle polemiche: "Fino a qualche tempo fa dicevano che all’aperto non servivano". Ora che la preoccupazione in lei sta scemando, anche grazie all'assenza di sintomi di contagio nel ragazzo, c'è però un pensiero che la tormenta: "Mi sembra quasi che oggi se dici di essere positivo gli altri ti facciano passare per untore, ti devi quasi vergognare. Ma non è che uno lo fa apposta, è un virus, lo può prendere chiunque".
Di tutta questa vicenda, al netto della preoccupazione per la salute del figlio, a Paola Perego resterà probabilmente l'amarezza di un sistema non perfettamente oliato e della confusione che regna sovrana nelle informazioni, spesso contrastanti, che vengono fornite dagli organi istituzionali. "Le persone sono confuse.
Ora devi indossare la mascherina anche all’aperto ma dopo le 18, perché? Prima non succede nulla? E come mai i locali all’aperto fino a qualche giorno fa parevano sicuri e adesso no? Non so se sia leggerezza o mancanza di preparazione, sta di fatto che i ragazzi tanto criticati non hanno neanche la possibilità di sapere se hanno o no il virus, quando ci sono validi motivi che glielo fanno sospettare", ha dichiarato Paola Perego, che adesso pensa con preoccupazione a quando il figlio dovrà fare il secondo tampone: "Sarà un altro calvario?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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