Un bimbo di tre anni è stato strangolato e gettato in mare, a Pola, in Istria. Il corpicino è stato trovato mercoledì 24 maggio, alle 9 a Vallelunga, a Nord del mandracchio dei pescatori, vicino a una caserma abbandonata dell'ex Armata popolare jugoslava. Giaceva vicino a riva, su un fondale roccioso in pochi centimetri d'acqua e, dalle prime testimonianze, presentava sul collo evidenti lividi da strangolamento. Qualcuno lo avrebbe soffocato e gettato in mare, forse nella speranza che le onde lo portassero via.
Subito sono scattate le indagini e la polizia sta interrogando 4 persone fortemente indiziate, due uomini e due donne, tra cui la madre del bimbo: secondo quanto riportato da Il Piccolo, tra loro si potrebbe nascondere il mostro. Dalla questura istriana è stato confermato il decesso per causa violenta, senza dettagli.
Martedì scorso, intorno alla mezzanotte, la madre 32enne del piccino ha denunciato alla polizia la scomparsa. Gli agenti lo hanno cercato per tutta la notte senza risultati.
Poi mercoledì mattina la donna avrebbe condotto la polizia sul luogo del ritrovamento del corpo senza vita, a circa un chilometro dalla sua abitazione: questo ha insospettito molto gli investigatori, anche perché la 32enne non aveva neppure provato ad estrarre il bimbo dall'acqua, per capire se fosse ancora vivo.
Come raccontano i vicini di casa, la donna e il bambino, originari di Velika Kladuša in Bosnia-Eregovina, si erano stabiliti da poco tempo a Pola, nell'appartamento del nonno scomparso. Il marito invece è rimasto a Velika Kladuša, probabilmente per motivi di lavoro o dopo la separazione sulla signora.
Sono tanti gli interrogativi a oggi senza risposta, a partire dal movente: che cosa può aver spinto qualcuno a commettere un così grave delitto?Gli accertamenti sono coordinati dal sostituto procuratore regionale Eddy Putigna, che ha disposto l'autopsia sul bimbo.
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