Padova, sala comunale ai centri sociali. La Lega sbugiarda il sindaco

Il 15 ottobre scorso gli attivisti dei centri sociali tennero una conferenza stampa nella sala comunale di Palazzo Moroni per ribadire la loro disobbedienza ai Daspo urbani emessi dal questore.

Padova, sala comunale ai centri sociali. La Lega sbugiarda il sindaco

Sala comunale ai centri sociali? "Il sindaco Giordani sapeva". L'affondo stavolta è del consigliere comunale Lega di Padova, Alain Luciani, che ha fatto una richiesta agli atti in comune. E la storia è quella che parte il 15 ottobre scorso quando gli attivisti dei centri sociali fecero una conferenza stampa a Palazzo Moroni, sede del Comune, per dire che dei Daspo urbani che erano stati emessi se ne strasbattevano. Una conferenza concessa dall'amministrazione comunale, proprio nella sede del Comune.

Il caso sollevò numerose polemiche, tanto che anche i sindacati di polizia intervennero. "Non è in alcun modo ammissibile che le istituzioni concedano spazi a chi si fa promotore della commissione di reati", si leggeva nella nota di Fsp Polizia di Stato.

Il sindaco Sergio Giordani invece, sorretto dal centro sinistra, duranta una trasmissione sulla rete televsiva Tv7, aveva detto che la richiesta della sala comunale era stata fatta non dal centro sociale Pedro, uno degli storici centri sociali che a Padova hanno fatto la storia, ma da un'altra associazione. "Non l'ha fatta il Pedro, l'ha fatta un'altra - aveva dichiarato il sindaco durante la puntata - l'ha fatta un'altra, un'associazione ha richiesto la sala".

Richiesta sala Pedro

Ma la Lega, dati alla mano, parte all'attacco. "Ancora una volta - scrive il consigliere leghista Alain Luciani - il sindaco è sbugiardato dai fatti e nuovamente ci troviamo di fronte a una grave mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini. La sala Anziani di Palazzo Moroni per la conferenza stampa dei centri sociali contro i fogli di via del Questore di Padova, tenutasi il 15 ottobre scorso, è stata richiesta dal centro sociale Pedro, richiesta avanzata a firma R.L., ossia uno dei numerosi antagonisti che quella sera di luglio 2017, si resero responsabili di violenti scontri nel centro cittadino. Ventidue dei protagonisti risultano tuttora indagati dalla procura della Repubblica di Padova. La richiesta, indubbiamente scomoda per l’amministrazione comunale è stata “scientemente” integrata da una successiva domanda di uso della sala, presentata solo il giorno dopo, a firma dell’associazione Open Your Borders. Atto integrativo - continua la nota del leghista - volto a superare qualsiasi imbarazzo e polemica politica interna alla maggioranza, poi ugualmente scoppiata. Una situazione che mette in luce per l’ennesima volta l’inadeguatezza del sindaco e del suo vice. Ribadiamo che quanto è accaduto è abissalmente immorale e inqualificabile!".

La questione riguardava proprio il Daspo urbano emesso contro sei militanti dell’estrema sinistra che a luglio 2017 si erano scontrati con gli agenti di polizia durante una mobilitazione indetta per contrastare un evento di Forza Nuova contro lo ius soli. In 22 finirono alla sbarra per lesioni aggravate, minacce e resistenza a pubblico ufficiale.

“Nella conferenza stampa di questa mattina –

scrivevano il 15 ottobre alle 18.01 nella pagina Facebook del Pedro Centro Sociale Occupato - abbiamo annunciato che disobbediremo ai fogli di via dati dalla questura di Padova ad attivisti dei centri sociali del nord-est".

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