Un Papa può provare a preparare il terreno per la sua successione, ma non è detto che l'operazione riesca. In questo caso, non è neppure detto che Francesco stia lavorando in tal senso.
Poco dopo la rinuncia di Joseph Ratzinger, si parlò del cardinal Angelo Scola: uno scenario che non è mai stato confermato ma, nel caso Benedetto XVI avesse davvero provato a favorire l'elezione dell' ex arcivescovo di Milano, allora la strategia del tedesco non avrebbe avuto buon esisto, come sappiamo per via della mancata elezione. Un fattore che certifica come sia molto difficile azzardare previsioni in materia di Conclave. C'è un candidato che Jorge Mario Bergoglio preferirebbe? Difficile a dirsi. Si può soltanto ragionare sulle mosse che vengono fatte all'interno dei sacri palazzi. Sempre che questo ragionare basti a fotografare una situazione.
Il nome che ricorre più spesso è quello del cardinal Luis Antonio Tagle. In specie da quando Francesco ha nominato Tagle prefetto di Propaganda Fide. L'argentino potrebbe aver voluto che il porporato filippino imparasse ad avere a che fare con le logiche curiali, che sono un banco di prova non da poco quando si diviene pontefici. Questa è la ricostruzione che la parte conservatrice della Chiesa usa proporre, magari anche per "bruciare" la candidatura di un ecclesiastico che di sicuro continuerebbe ad operare sui campi su cui Bergoglio ha seminato in questi quasi sette anni al soglio di Pietro. Un articolo di oggi pubblicato su Libero e firmato da Antonio Socci estende il campo dei perché: Tagle sarebbe adatto anche per via del significato geopolitico di una sua elezione. L"accordo provvisorio" tra Repubblica popolare cinese e Vaticano è forse l'architrave diplomatica di questo corso. Tagle, che non è cinese ma che ha una madre cinese, costituirebbe la continuità se non il rafforzamento di un approccio alla diplomazia che è multilaterale. Tagle, insomma, come ennesimo pezzo di un puzzle teso ad avvicinare la Santa Sede alla Cina. Ma non è tutto.
Tagle non è certo un oscurantista dottrinale. Le riforme di Francesco, per ora, non sono state contraddistinte dal progressismo che alcuni nella sinistra ecclesiastica si auguravano e si augurano ancora, ma Papa ha iniziato a riflettere su tematiche che, sino a qualche anno fa, erano considerati inattaccabili. Una su tutte: il celibato sacerdotale. In questo senso, gli ecclesiastici progressisti sperano che il scardinale Tagle - da prossimo successore di Pietro - possa rivoluzionare quello che Papa Bergoglio non ha rivoluzionato. Il "programma elettorale" della Chiesa tedesca è una buona sintesi di questo indirizzo. Sono congetture, e un Conclave non si può prevedere, ma una sensibilità c'è. E magari c'è anche un cardinale che si farà trovare pronto per il "momentum".
Tagle però è anche molto giovane - ha 63 anni - . Questo è un fattore che potrebbe giocare contro una sua elezione. Poi c'è il dato principale: nessuno ha idea di quando si svolgerà il Conclave. Però Bergoglio, come già successo con Benedetto, potrebbe continuare la tradizione del predecessore, rinunciando. Sarebbe un segno di continuità, ma anche un gesto rivoluzionario. Inutile pensarci troppo perché l'unico esercizio possibile è quello che porta alla osservazione di quello che succede tra le mura leonine.
Anche le elezioni americane del prossimo novembre, infine, potrebbero in qualche modo influire. Non che il presidente degli Stati Uniti abbia la capacità e la possibilità di dominare sulle logiche di un Conclave ma, nel caso a trionfare fosse Joe Biden, i rapporti tra Santa Sede e Casa Bianca diventerebbero diversi rispetto a quelli odierni.
Ci sarebbe con buone probabilità una maggiore sintonia, sia in campo geopolitico sia in relazione alla gestione dei fenomeni migratori. E Tagle e Biden potrebbero triangolare per la costruzione di un mondo aperto, progressista e contrario all'edificazione di qualunque muro o quasi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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