È scoppiata una polemica dopo alcune frasi scritte su un rapporto di autovalutazione di un liceo di Roma, dove si legge che "tutti gli studenti, tranne un paio, sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile". La preside del Liceo Visconti, Clara Rech, insieme ad alcuni docenti ha compilato il modulo, ma ora tiene a precisare che si è limitata a riportare lo stato delle cose, senza voler esprimere alcun giudizio di valore. Il Liceo Visconti lavora da sempre in maniera aperta, accogliente, multiculturale, interclassista". Accusata di classismo la Rech respinge ogni accusa e "rigetta l'immagine di un istituto che si fa vanto di politiche di esclusione".
Secondo quanto ha denunciato il quotidiano Repubblica il Visconti comunica alle famiglie che gli studenti con cittadinanza non italiana sono soltanto lo 0,75% del totale. Un'altra scuola, il Classico D'Oria di Genova, nel presentarsi rileva che "poveri e disagiati costituiscono un problema didattico". Al Parini di Milano, invece, si sottolinea che gli studenti "in genere hanno per tradizione una provenienza sociale più elevata rispetto alla media".
Ma torniamo al liceo Visconti della Capitale. "L'essere il Liceo classico più antico di Roma - si legge nel rapporto di autovalutazione - conferisce alla scuola fama e prestigio consolidato, confermato dalla politica scolastica che ha da sempre cercato di coniugare l'antica tradizione con l'innovazione didattica. Molti personaggi illustri sono stati alunni del liceo. Le famiglie che scelgono il liceo sono di estrazione medio-alto borghese, per lo più residenti in centro, ma anche provenienti da quartieri diversi, richiamati dalla fama del liceo. Tutti, tranne un paio, gli studenti sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile. La percentuale di alunni svantaggiati per condizione familiare è pressoché inesistente, mentre si riscontra un leggero incremento dei casi di Dsa (disturbi specifici di apprendimento, come ad esempio dislessia, disgrafia e discalculia, ndr). Tutto ciò favorisce il processo di apprendimento, limitando gli interventi di inclusione a casi di Dsa, trasferimento in entrata o all'insorgere di Bes".
Su tutte le furie il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, che ha detto che alcune frasi "appaiono particolarmente gravi, persino classiste", "non sono
assolutamente tollerabili, preannunciando che saranno presi provvedimenti. E ancora: "Si fa un passo indietro rispetto a una delle caratteristiche fondanti della scuola italiana: la capacità di inclusione e integrazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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