Compiti sì, compiti no? La polemica ormai non è più nuova, ma continua a tenere banco. Ed è proprio di banchi che bisogna parlare, giacché il caso riguarda proprio la scuola italiana.
In generale ma anche in particolare: nello specifico la scuola media di via Vidoletti a Varese, frequentata dal piccolo Mattia Peiretti. Il cui padre Marino - a quanto pare "come ogni anno" - ha impedito al figlio di svolgere i compiti delle vacanze assegnati dagli insegnanti.
La decisione, scrive il Corriere, è stata resa pubblica via Facebook, dove l'uomo ha voluto pubblicare la lettera inviata ai professori di Mattia. "Quest'estate gli ho insegnato a vivere - scrive il genitore - Meglio gite in bici e camping dei compiti delle vacanze."
"Voi avete nove mesi per insegnargli nozioni e cultura - si rivolge agli insegnanti - Io ho tre mesi per insegnargli a vivere. Non ho mai visto professionisti seri portarsi il lavoro a casa, anzi. Sono convinto che i compiti siano deleteri". Peccato che siano pochissimi i professionisti a potersi permettere tre mesi consecutivi di ferie (è sulla durata delle vacanze estive, semmai, che ci sarebbe da riflettere).
E che, nonostante nessuno neghi che a volte il carico di lavoro estivo possa essere eccessivo, il messaggio di prevaricazione nei confronti della scuola possa rivelarsi anche diseducativo.
Questa almeno è l'opinione del professor Raffaele Mantegazza, pedagogista all'università Bicocca di Milano: sconcerta, scrive l'accademico in una lettera aperta, il disprezzo per l'istituzione scolastica esibito davanti ai figli e sbandierato sui social network.
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