Pompei, rubano reperti agli Scavi: arrestati turisti francesi

Scoperti dai carabinieri con tredici cocci di terracotta e una lastra di marmo negli zaini, finiscono in manette un uomo e una donna

Pompei, rubano reperti agli Scavi: arrestati turisti francesi

Rubano reperti archeologici agli Scavi di Pompei, arrestati due turisti francesi. L’episodio s’è verificato nel pomeriggio di ieri, nell’area archeologica di Pompei dove l’uomo, un 52enne transalpino, è stato notato da una guardia giurata mentre si aggirava tra le antiche dimore della città sepolta. Aveva attirato su di sé l’attenzione dei vigilantes perché il suo atteggiamento sembrava un po’ troppo guardingo e sospettoso per un turista. E perciò hanno pensato di chiedere aiuto ai carabinieri.

Lo straniero così è stato fermato presso la casa di Ottavio Quartione, conosciuta anche come la domus di Loreio Tiburtino, nei pressi della celeberrima Casa del Moralista, nella Regio II degli Scavi. I militari hanno confermato i sospetti delle guardie e hanno chiesto al turista di aprire lo zainetto che aveva con sè. Nella sacca, i carabinieri hanno trovato ben tredici cocci di piccole dimensioni, di alcuni centimetri, di materiale in terracotta e in marmo. Con ogni probabilità, il turista della mani lunghe se ne era appropriato in quella stessa domus. Ma non è finita qui.

Dai successivi controlli e accertamenti, infatti, i carabinieri sono risaliti alla compagna del 52enne, una donna di nazionalità francese, di 50 anni, che hanno sorpreso nell'area degli Scavi. I militari hanno chiesto alla donna di poter controllare il suo zaino e qui ci hanno trovato una lastra di marmo, delle dimensioni di diciassette centimetri di lunghezza e sette di larghezza, che la signora aveva nascosto nel suo borsone e stava cercando di portar via dall'area archeologica.

Per i due stranieri è scattato l'arresto e adesso attendono di essere processati con il rito direttissimo. I reperti recuperati, intanto, sono stati restituiti al personale del Parco Archeologico.

Non si placa, quindi, il fenomeno dei ladri agli scavi di Pompei. Non basta, evidentemente, il soft power della leggenda nera che negli ultimi anni si è diffusa, specialmente all’estero, sulla sorte di chi ruba antichità alle falde del Vesuvio a prevenire i furti. Anche perché i tombaroli, a Pompei, hanno sempre fatto grossi affari e il contrasto ai loro affari rimane una priorità.

Ne è stata dimostrazione, pochi giorni fa, la presentazione dei nuovi scavi nell’area rustica di una villa scoperta nell’area di Civita Giuliana e dove gli archeologi sono riusciti, per la prima volta, a ricavare il calco in gesso di un antico cavallo.

In quell’area, fino a qualche anno fa, i contrabbandieri di antichità – grazie a un complesso ma distruttivo sistema di cunicoli sotterranei – avevano praticamente campo libero finché non furono scoperti dai carabinieri. L'area, ora restituita agli archeologi, ha iniziato a svelarsi e racconta una parte, quella del suburbio della città rurale, forse meno conosciuta ma non per questo meno interessante.

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