Stefano Cucchi come Giulio Regeni. Torturato e poi morto, uno in Italia e l'altro in Egitto.
A suggerire questa ricostruzione - che, non v'è dubbio, farà discutere - è il procuratore generale Eugenio Rubolino, che nella requisitoria al processo di appello bis per la vicenda del trentenne romano scomparso nel 2009 durante la custodia cautelare ha usato parole inequivocabili: "Cucchi è stato pestato, ucciso quando era in mano dello Stato, ucciso da servitori dello Stato in camice bianco. Occorre restituire dignità a Stefano e all’intero Paese. Bisogna evitare che muoia una terza volta"
Davanti alla III Corte d'Assise d'Appello e alla presenza della sorella di Stefano Cucchi Ilaria, il pg ha parlato di un "ospedale lager": "Stefano viene privato anche del pane in quanto celiaco. Si è nutrito con acqua. Arriva bradicardico e per questo dovevano da subito fare qualcosa; invece, non viene neanche monitorato. Dal momento del ricovero di Cucchi comincia la non diagnosi -ha detto il Pg- è stato un comportamento gravemente colposo dei medici. I nostri imputati erano lontani non solo dal formulare una corretta diagnosi, ma anche dal verificarla. In un paziente che stava morendo viene prescritta acqua, ma si continuava a dare antidolorifici."
Accuse pesantissime, in un processo che vede i medici sul banco degli imputati. E proprio per quegli stessi medici Rubolino ha chiesto la condanna per omicidio colposo, e senza alcuna attenuante generica.
I precedenti gradi di giudizio
In primo grado quattro medici dell'ospedale Sandro Pertini erano stati condannati, nel giugno 2013, a un anno e quattro mesi, mentre il primario era stato condannato a due anni di reclusione
per omicidio colposo e un medico a otto mesi per falso ideologico.A ottobre 2014 tutti gli imputati erano stati assolti, ma la successiva sentenza di Cassazione aveva ordinato un nuovo processo per cinque dei sei medici imputati.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.