Non bastavano i francesi e i tedeschi. Ora a stroncare Expo arrivano pure gli inglesi. Già perché nei giorni scorsi il quotidiano The Guardiani ha definito l'Esposizione universale di Milano "un folle collage di tende ondulate, di pareti verdi e di ammassi contorti".
Nel suo lungo articolo, il critico di architettura e design Oliver Wainwright sostiene che si tratta solo di una manifestazione mediatica che divide e non unisce, proprio come dimostrano le immagini dell'inaugurazione il primo maggio scorso: da una parte partecipanti e sponsor in pompa magna, dall'altra "migliaia di manifestanti occupavano le strade e alcuni gruppi violenti distruggevano le vetrine e bruciavano macchine parcheggiate".
Altro capitolo quello dei costi, sia per i lavori già conclusi (nell'articolo si parla di 13 miliardi di euro solo per la rete di trasporti), sia per quelli non ancora finiti che sono stati fatti "coprire" con apposito bando da un milione di euro. E poi ancora le accuse di tangenti e infiltrazioni: "Anche se è stata sponsorizzata come il modello di un'Italia ripulita, post-berlusconiana, Expo è in realtà segnata dalle accuse di corruzione ".
Per quanto riguarda poi i padiglioni non si salva nulla: "È ben difficile non vedere il sito come una gestione errata delle risorse. I contenuti sono tanto insulsi quanto è stravagante l'architettura. Molti padiglioni appaiono un ibrido tra tipiche pubblicità di supermercato e certe fiere per agenti di viaggio". Soprattutto perché anche nelle intenzioni dello staff di cui fa parte anche Stefano Boeri che ha ideato gli spazi bisognava puntare più sul contenuto che sull'architettura: "Volevamo fare del sito un laboratorio utile alla città, che non lasciasse sulla strada il solito deserto di rovine", ha detto uno degli architetti del team.
Una sfida che però secondo il Guardian sarebbe già stata persa: "A un certo punto si viene bruscamente svegliati, si esce dal proprio sogno kitsch e ci si ricorda che cosa resterà e a che prezzo è stato realizzato", scrive Wainwright secondo cui al posto dei terreni agricoli su cui sono costruiti i padiglioni resterà solo "una lastra di calcestruzzo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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