Quando le emozioni silenziano le notizie

Irak, Siria e Ucraina sono sparite dai radar della nostra informazione

Quando le emozioni silenziano le notizie

Le informazioni, cosi come vengono date dai telegiornali non consentono di seguire i processi geopolitici perché, in primo piano, vengono sempre messe notizie di attualità che emozionano il pubblico mentre le altre, fondamentali, restano sullo sfondo. Un altro motivo è che il cronista dovunque arrivi cerca di registrare pianti, denunce, emozioni. Risultato: in questo momento in Siria è in atto la tregua concordata da americani e russi per decidere i negoziati e far arrivare soccorsi umanitari alle zone accerchiate. Da quando questa tregua è in atto non arrivano più notizie. Non si vedono più i bombardamenti russi, non si vedono più civili che piangono, si vedono solo città totalmente vuote. Dov'è finita la gente? E i rifornimenti umanitari, e le popolazioni intrappolate? Spariti. Lo stesso sul seguito degli accordi fra Europa e Turchia per ridurre il flusso dei profughi. L'Europa avrebbe dovuto dare tre miliardi di euro per consentire alla Turchia di vigilare le coste ed allestire campi profughi nell'attesa che la guerra in Siria finisca e ricominci la ricostruzione. Anche su questa importante attività nessuna notizia. I cronisti fanno servizi strappalacrime sui profughi accalcati davanti alle barriere erette dai macedoni o da altri. Ma cosa stiamo facendo noi europei con la Turchia, sugli aiuti ai profughi in Turchia? Nulla. Non ci arriva più niente nemmeno dall'Irak. Non ci sono più attentati? È cominciata la ricostruzione? E chi fa la guerra al Califfato? E in Ucraina e in Crimea, dove si era mobilitata la Nato e sembrava che dovesse scoppiare le terza guerra mondiale contro la Russia, cosa sta succedendo? Sappiamo solo che continuano le sanzioni che abbiamo messo anche noi e che ci danneggiano, sul resto silenzio. Arrivano invece continue notizie dalla Libia.

Dicono che a noi italiani spetta il comando, dicono che sono già sul posto francesi, inglesi e americani, dicono che costoro, coi satelliti vedono tutto e bombardano l'Isis. Forse applicano anche qui la dottrina Obama contro il Califfato in Irak e Siria: bombardare, bombardare senza fine.

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