Quattro militari italiani in Afghanistan contagiati dal coronavirus

I militari stanno bene ed erano già in quarantena preventiva: nessuna conseguenza per l'operatività interna alla base italiana di Herat

Quattro militari italiani in Afghanistan contagiati dal coronavirus

Il coronavirus è arrivato anche nel contingente italiano in Afghanistan. Quattro militari infatti, sono risultati contagiati all’interno della base italiana stanziata nella provincia di Herat.

“Stanno tutti bene”, hanno però voluto subito precisare dallo Stato maggiore dell’esercito: i quattro militari infatti, tre soldati dell’esercito ed un membro dell’aeronautica, erano già in quarantena preventiva, così come disposto dalle misure di precauzione adottate dalla stessa Nato.

Infatti, è previsto che i militari in partenza per le missioni all’estero effettuino prima uno screening per verificare lo stato di salute e la presenza eventuale di febbre e, successivamente ed a prescindere dall’esito, una volta giunti nel campo operativo vengano preventivamente messi in quarantena.

Dunque i quattro militari contagiati, al loro arrivo in Afghanistan, non hanno avuto contatti con nessun altro soggetto impegnato nella missione. Come detto in precedenza, la loro condizione di saluta sarebbe buona e tutti i quattro si trovano sotto la costante vigilanza del personale medico.

L’operatività della base, così come di tutti coloro che partecipano alla missione italiana nel Paese asiatico, non è cessata e né ridimensionata. Così come fatto sapere dai vertici della stessa missione, i militari continuano con le varie operazioni, che in questa parte dell’Afghanistan sono soprattutto volte all’assistenza, alla consulenza ed all’addestramento delle forze di sicurezza locali.

È stato inoltre specificato che, già prima della positività riscontrata nei quattro militari contagiati dal coronavirus, il Comando Operativo di Vertice Interforze (Coi) aveva redatto una direttiva in merito assieme all'Ispettorato Generale della Sanità militare ed al ministero della Salute. Si tratta di linee guida che riguardano le misure precauzionali da adottare per l'emergenza CoVid-19.

Nella direttiva, in particolare, sono indicate “le procedure di screening per invio e rientro dei militari/personale civile che opera per l'A.D. nei /dai TO/imbarco su Unità Navali e anche procedure di screening per il personale civile autoctono e/o contractors che opera all'interno di basi/compound nazionali”, si legge in una nota dell’AdnKronos.

Inoltre, sempre secondo le direttive emanate dall’esercito, in tutte le missioni all’estero in questo momento sono limitati al minimo i contatti con la popolazione locale, così come con le eventuali Forze Armate straniere con le quali si opera in cooperazione, come del resto avviene anche già in Italia.

I casi relativi ai militari italiani sono quindi sotto controllo e non ci sono rischi né per chi opera all’interno della base di Herat, né tanto meno per le persone con le quali il nostro personale viene a contatto all’esterno della struttura.

Il coronavirus in Afghanistan intanto potrebbe a breve rappresentare un ulteriore elemento di preoccupazione per la popolazione.

In tutto il Paese infatti, sono stati registrati 74 casi e, come confermato dall’agenzia Xinhua, proprio ad Herat è morta una donna di 45 anni affetta dal Covid-19. È il secondo decesso ufficializzato in Afghanistan per via dell’epidemia.

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