I no vax vanno avanti imperterriti: questo vaccino non lo vogliono. E se non lo vogliono per loro, figuriamoci per i loro figli. "Provocano reazioni avverse", "Non sappiamo cosa c'è dentro", "Lasciate in pace i nostri figli" e via dicendo. Sono giorni di fuoco, dove gli animi si accendono per mezza parola detta di troppo. E se nelle piazze si respira questa aria, anche in politica il tema "vaccini per i più piccoli" divide. Nel giro di 24 ore anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini - ovviamente con tutto altro tono e giustificazioni - hanno spiegato perché non vaccineranno i loro figli. "Mia figlia non è vaccinata. Sono scelte che riguardano mamme, papà e pediatri. Non sono oggetto di dibattito politico", ha spiegato il leader della Lega.
Ma come scritto nella edizione odierna de IlGiornale da Maria Sorbi, è vero che sono i genitori a dover scegliere e sono liberissimi di fare ciò che ritengono giusto. Ma con le sue parole la Meloni formula un'opinione personale basata su logiche nient'affatto scientifiche. I ricoveri tra i bimbi con meno di sei mesi, infatti, sono aumentati del 34% a gennaio in una sola settimana e i pediatri continuano a mettere in guardia dalle conseguenze del Covid che, nei piccoli, causa spesso sindromi infiammatorie multisistemiche. Ecco che quindi si innesca il solito dibattito pro e contro vaccini sui più piccoli.
Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, intervenuto alla presentazione del rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid, ha voluto rassicurare i genitori riguardo l'inoculazione del vaccino anti-Covid ai bambini. L'esperto ha spiegato che la vaccinazione è consigliata da tutte le associazioni pediatriche e che i benefici sono la tutela della salute dei più piccoli. In questo modo Locatelli ha voluto sollecitare i padri e le madri ancora titubanti sul sottoporre o meno i propri figli alla vaccinazione. Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico ha spiegato che in larghissima parte gli effetti collaterali registrati in età pediatrica consistono in reazioni locali o reazioni sistemiche che si risolvono in pochi giorni di malessere.
Possibili reazioni avverse
Locatelli ha quindi portato l'esempio degli Stati Uniti dove con 9 milioni di dosi somministrate in età pediatrica, sono stati riportati solo 12 casi di miocarditi certamente riconducibili alla inoculazione del vaccino. Il presidente ha ammesso che indubbiamente i bambini in età pediatrica soffrono di meno patologie con frequenza minore, ma anche che ci sono stati bimbi morti per Covid, anche apparentemente sani. Locatelli ha parlato dei possibili effetti collaterali e dei numeri delle dosi inoculate a seconda delle fasce di età:"Sono 173mila le dosi somministrate nella fascia 5-11 anni, e 4 milioni tra 12-16 anni. Nella fascia 5-11 anni ci sono state 1170 segnalazioni di eventi avversi, pari all'1% di tutte le segnalazioni dell'età pediatrica. Per altro più dei tre quarti di queste segnalazioni sono riferibili a eventi non gravi. Nella fascia 5-16 anni ci sono state 28 segnalazioni di eventi avversi su 100mila dosi somministrate a fronte di 109 nella popolazione generale. Ciò dimostra il profilo di sicurezza dei vaccini in età pediatrica".
La sicurezza nei vaccini anti-Covid
Locatelli ha poi anche aggiunto che nella fascia di età compresa tra i 5 e gli 11 anni il tasso di segnalazione degli eventi avversi gravi è di 1.74 a fronte del 6.52 per il vaccino Comirnaty nella fascia 12-16 anni e 9.16 per Spikevax nella stessa fascia di età.
“Tutto questo indica dunque in maniera molto chiara quello che è il profilo di sicurezza dei vaccini che abbiamo oggi a disposizione e personalmente vorrei ancora rassicurare i genitori", ha concluso l’esperto. Ricordiamo che la campagna vaccinale nella fascia 5-11 anni è iniziata lo scorso 16 dicembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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