Renzi: "Credibili con riforme". Applausi dai leader europei, ma dall'Fmi allarme sulla crescita

A Milano, il premier raccoglie la benedizione da Merkel e Van Rompuy per il Jobs Act. Ma per il fondo monetario la situazione è tutt'altro che rosea

Renzi: "Credibili con riforme". Applausi dai leader europei, ma dall'Fmi allarme sulla crescita

Mentre a Roma il Senato si prepara a votare la fiducia sul Jobs Act, a Milano Matteo Renzi difende il lavoro del suo governo davanti agli altri ministri europeo.

"Chi vuole cambiare il mondo e ha paura di guardarsi allo specchio non è credibile: l’Italia sarà credibile nella sua volontà di riforme solo se porterà a casa quelle che ha promesso da trent’anni e messo in cantiere negli ultimi sei mesi", ha detto il premier italiano, che ha già incassato il placet di Herman van Rompuy. Congratulandosi con lui, il presidente del Consiglio europeo ha detto che bisogna "superare il crescente divario tra chi è dentro e chi è fuori": "Questo dualismo nel mercato del lavoro spiega la brusca crescita della disoccupazione in alcuni Paesi", ha detto, "Quando la crisi colpisce i più deboli cadono per primi". Plausi anche da Angela Merkel, secondo cui il Jobs Act rappresenta "un passo importante" per eliminare le barriere presenti nel mercato del lavoro.

Tutto mentre l'Fmi diffonde dati allarmanti: secondo il Fondo monetario internazionale, infatti, sarebbero ormai 74 milioni (13%) i giovani senza lavoro nel mondo, circa 30 milioni in più dall'inizio della crisi. "In Europa la riforma del mercato del lavoro potrebbe essere necessaria per rimuovere rigidità persistenti", scrivono dall'Fmi parlando di una disoccupazione "inaccettabilmente alta". E per l'Italia la situazione non è certo rosea: il pareggio di bilancio strutturale arriverà soltanto nel 2016.

"Il dibattito tra austerity e crescita, così come lo stiamo facendo non solo sui giornali ma anche nei corridoi di Bruxelles tra tecnici e funzionari, rischia di uccidere la prima vittima: il buon senso", replica dal canto suo Renzi, "Un’azienda che non investe è finita. Un Paese che non cambia è morto. Un’Europa che pensa solo ai vincoli è arida.

Se trasformiamo l’Europa in una commissione che fa gli esami e fa le pulci ai Paesi membri, ai governi liberamente eletti, forse stiamo rispettando le regole della burocrazia, ma certo stiamo uccidendo la speranza della politica".

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