Dovranno essere restituiti alle due famiglie rom di Prato coinvolte nell'inchiesta i beni sequestrati nel giugno dello scorso anno. A deciderlo il tribunale di Prato, azzerando le misure di prevenzione patrimoniale adottate quando scattò l'operazione.
La decisione del sequesrto inziale era scattata "dopo aver valutato la perdurante pericolosità sociale di sette appartenenti allo stesso nucleo familiare di etnia Rom che nel tempo, servendosi anche di prestanome, sono riusciti a disporre di beni per un valore evidentemente sproporzionato rispetto ai redditi percepiti e dichiarati"
Per il tribunale non sussisterebbe però una correlazione temporale tra le condotte delittuose contestate e i beni sequestrati.
Gli Ahmetovic e gli Halilovic potranno così rientrare in possesso di un tesoretto valutato attorno ai due milioni e mezzo di euro. Il decreto di sequestro era giunto al termine delle indagini del nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle su proposta dai sostituti procuratori Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri, coordinati dal procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi.
Fra i beni restituiti ai rom figurano una villa, diverse polizze e conti correnti, nonchè un lungo elenco di gioielli.
Nonostante l'esistenza di questo ingente patrimonio, ad una delle due famiglie era stato assegnato anche un alloggio temporaneo da parte del Comune. L'assegnazione dell'appartamento era stata poi revocata a seguito delle indagini delle Fiamme gialle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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