La retina curata con l'astrofisica

La tecnologia dei telescopi ci ha insegnato ad osservare il nostro fondo oculare

«Si sono aperte nuove prospettive di diagnosi e cura per alcune complesse malattie dell'occhio, fino ad oggi ritenute incurabili», ha affermato nei giorni scorsi a Roma il professor Mario Stirpe, in apertura del IX Congresso internazionale di oftalmologia. Per tre giorni, 280 fra i maggiori esperti, ricercatori e clinici, provenienti da una ventina di Paesi europei e dagli Stati Uniti, ne hanno discusso presso il Tempio di Adriano, annunciando e definendo nuovi primati, conquistati anche dagli italiani, in particolare dalla Fondazione G.B.Bietti, presieduta da Mario Stirpe, promotore e presidente dell'incontro. Ha creato e diffuso nel mondo la vitrectomia, tecnica chirurgica che consente il recupero visivo di occhi destinati alla cecità e originali metodiche chirurgiche rivolte alla risoluzione delle complicazioni della retinopatia diabetica, ai distacchi di retina complicati, ai traumi oculari, alle alterazioni e degenerazioni maculari senili, al trapianto di cornea. Sin dal 1980 la Fondazione Bietti, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, organizza a Roma, ogni 4 anni, un congresso monotematico sulle malattie degli occhi, per diffondere tecniche sperimentali e cliniche poco conosciute. É sostenuta dal ministero della sanità e dalla Fondazione Roma.

In questi ultimi anni, la ricerca farmacologica e quella tecnologica - ha detto Stirpe - hanno offerto nuove prospettive di diagnosi e cura per alcune complesse malattie dell'occhio fino ad oggi ritenute incurabili. Le gravi patologie oculari ed anche i leggeri difetti visivi hanno una vasta diffusione in tutti i Paesi, compreso il nostro, dove almeno 20 milioni di persone hanno un difetto della vista: 12 milioni di italiani sono miopi, 5 sono ipermetropi, 3 astigmatici. Considerando poi che il 40% della nostra popolazione ha superato i 45 anni, si stima che non meno di 25 milioni siano presbiti. Occhiali e lenti a contatto risolvono i casi semplici, ma quando una qualsiasi parte della complessa struttura dell'occhio si ammala per tantissime cause possibili o come conseguenza dell'invecchiamento, le soluzioni diventano ardue. Gli studi di astrofisica per realizzare telescopi adatti a vedere sempre più lontano, hanno favorito una rivoluzionaria tecnica che ha permesso di osservare meglio la struttura della retina, chiamata ottica adattiva. L'italiano Marco Lombardo, medico-oculista ha presentato i vantaggi di questa metodica al Congresso: «consente di vedere il fondo oculare come fosse un mondo nuovo, con una risoluzione 7 volte superiore a quella del miglior apparecchio diagnostico, attualmente in uso nelle cliniche oculistiche». Si potranno eseguire diagnosi tempestive e affrontare meglio alcune malattie degli occhi che stanno diventando un'urgenza sociale, come quelle che colpiscono la macula, cioè la parte centrale della retina, le maculopatie di origine genetica o legate all'età, la retinopatia diabetica. L'obiettivo non è solo quello di arrestare la progressione o degenerazione di una malattia conclamata, ma soprattutto di intervenire precocemente, individuando chi è a rischio, grazie alla tecnologia ad ottica adattiva e alla modulazione della terapia per il diabete, evitando addirittura i danni iniziali alla retina.

Già oggi si curano centinaia di migliaia di persone che soffrono della maculopatia essudativa, mediante le iniezioni intravitreali di anti-VEGF, terapia inventata dall'italiano Napoleone Ferrara, che lavora nell'università San Diego (Usa). Presente al Congresso, Ferrara ha annunciato che presto saranno disponibili terapie anche per la maculopatia atrofica. Altro tema affrontato a Roma i danni irreversibili alla cornea.

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