Rom e Sinti prendono carta e penna e scrivono una lettera aperta ai media italiani: per esprimere, dicono, i propri sentimenti - sentimenti di paura.
Una paura provocata "da tv e giornali che sostanzialmente dicono che i Rom e i Sinti rubano, sono tutti delinquenti, vogliono vivere ai margini della società in baracche fatiscenti, non vogliono lavorare e nessuno di loro vuole studiare". La lettera, pubblicata tra gli altri in versione integrale sul Secolo XIX e firmata da dodici ragazzi rom e sinti tra i 17 e i 33 anni, rivendica l'impegno a dar voce a un popolo "rimasto sinora legato e imbavagliato".
Questo perché, proseguono Rom e Sinti, "alcuni di noi sono italiani, altri stranieri, ma tutti crediamo nell'onestà, nella giustizia, nei diritti e nei doveri di ogni essere umano". Cosa imparerà un bambino che cresce "con un germoglio di odio nel cuore", si chiedono gli autori della lettera? "La paura è che questi ragazzi e alcune persone per bene gradualmente assimilino questi gravi concetti e che da un semplice pregiudizio cresca nel cuore della gente l'odio".
L'appello, insomma, è rivolto ai professionisti dell'informazione, perché non creino "odio e paura", aumentando le distanze tra le persone; la lettera si conclude infine con l'invito a creare "politiche di inclusione sociale", che partano da quanto Rom e Sinti hanno da
raccontare sulla cultura dei rispettivi popoli. La denuncia del clima d'odio si conclude con un'esortazione a scrivere una "pagina nuova". E a porre fine a quel clima di odio da cui, ad oggi, dicono di sentirsi assediati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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