Si sentono prigionieri in casa propria gli inquilini delle case popolari di via Scarpanto 50 a Valmelaina. Siamo a quattro fermate di metropolitana dalla centrale piazza Bologna ma qui sembra di essere in guerra. I palazzoni dell’Ater, l’azienda territoriale di edilizia residenziale del comune di Roma, cadono a pezzi (guarda il video). Ma nonostante le segnalazioni degli inquilini si susseguano da anni, nessuno si è ancora deciso ad intervenire.
Al civico 60 il cortile è delimitato dai nastri segnaletici. All’interno la chioma di un alto pino marittimo si è adagiata sulla facciata di uno degli edifici. “I rami sono entrati fin dentro le finestre e ho dovuto tagliarli da solo”, giura un inquilino del quinto piano. E questa è solo una delle conseguenze della nevicata che ha imbiancato la Capitale nei giorni scorsi. Qualche civico più avanti i rami che non si sono ancora abattuti al suolo penzolano come spade di Damocle sulla testa dei residenti, che per arrivare al portone di casa devono fare lo slalom sull’asfalto sconnesso e crepato dalla pressione delle radici. “Qui è pericoloso”, grida un’anziana che ci osserva curiosa nascosta dietro le tapparelle, “quando ha nevicato i bambini non hanno potuto neppure giocare in cortile a causa degli alberi pericolanti”. Dal servizio manutenzione dell’Ater però non si è visto nessuno (guarda le foto).
Così come nessuno ha ancora risposto alle richieste degli inquilini degli ultimi piani dei palazzi, che si ritrovano gli appartamenti invasi dalle infiltrazioni d’acqua. “È un problema che abbiamo da vent’anni, perché all’epoca furono fatti male i lavori sul terrazzo, ma con la nevicata e il maltempo delle ultime settimane il problema si è aggravato e l’altro giorno mi è persino caduto un calcinaccio addosso mentre facevo la doccia”, denuncia la signora Elena, che abita qui dagli anni ’80. “Sono intervenuti i vigili e ci hanno offerto 200 euro, ma noi vorremmo che l’Ater risolvesse il problema alla radice”. “Non possiamo convivere con la muffa”, prosegue mostrandoci le macchie scure sul soffitto della camera da letto di sua figlia, “anche perché soffriamo di allergia”. Dall’azienda però non sembrano essere particolarmente interessati al problema. “Provvediamo a tutto noi, dalla pulizia dei cortili a quella delle scale e, anche in pieno inverno, qui la mattina non esistono riscaldamenti”, si lamenta la donna.
In cortile le transenne arancioni delimitano le aree verdi. È così dal 2012, quando la nevicata straordinaria provocò il cedimento di parte dei cornicioni. Con i fiocchi caduti nelle scorse settimane si sono verificati nuovi crolli. E ora, per proteggersi dalla pioggia di calcinacci, i residenti sono costretti a passare attraverso strette impalcature che assomigliano a moderne forche caudine. Anche buttare l’immondizia è diventata un’impresa. “Quando piove le fogne si intasano e la strada si riempie di liquami”, ci spiega Emiliano Bono, ex consigliere di Fratelli d’Italia nel III Municipio, commissariato lo scorso febbraio dopo una faida interna ai danni della mini-sindaca grillina, Roberta Capoccioni. Stessa situazione nella vicina via Monte Ruggero dove, tra la parrocchia e una scuola elementare, un intero marciapiede è stato circoscritto con il nastro segnaletico perché i balconi si stanno sgretolando.
Come se non bastassero gli ostacoli esterni i tanti anziani e disabili che abitano in questi palazzi devono fare i conti anche con la mancanza di ascensori. Un problema non da poco per una signora malata di Sla che abita al quinto piano. “Ci siamo organizzati con il montascale ma per lei uscire di casa è sempre più faticoso”, ci spiega sua figlia, che ha più volte fatto richiesta all’Ater per l’istallazione di un ascensore. “Sono parecchi anni che in molti condomini qui vicino hanno montato quelli esterni”.
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