La guerra tra Uber e taxi si risolve in tribunale. Dopo gli scioperi, le proteste in piazza e il blocco di "Uber Pop", avvenuto poche settimane fa, i giudici ora fermano anche il servizio "Black", mettendo quindi l'azienda in condizione di non poter più operare in Italia. Il tribunale civile di Roma ha infatti accolto il ricorso per concorrenza sleale proposto dalle maggiori sigle sindacali e strutture economiche del settore taxi e noleggio con conducente.
La sezione imprese del Tribunale di Roma ha accertato "la condotta di concorrenza sleale posta in essere sul territorio italianoo, la dalle parti resistenti Uber B.V./Italy srl/International B.V./International Holding B.V.".
I giudici romani hanno anche vietato al gruppo "di porre in essere il servizio di trasporto pubblico non di linea con l'uso della app Uber Black e delle analoghe app Lux/Suv/X/XL/Select/Van, disponendo il blocco di dette applicazioni con riferimento alle richieste provenienti dal territorio italiano, nonché di effettuare la promozione e pubblicizzazione di detti servizi sul territorio nazionale". Non solo.
L'azienda dovrà anche versare una penale di 10mila euro e ogni autista di 100 euro per ogni giorno di ritardo nell'adempimento dell'ordinanza dopo il decimo giorno successivo alla comunicazione della decisione del Tribunale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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