"In casa qualche giorno o in cassa per sempre": la campagna choc di un’agenzia funebre

Usare una cassa da morto è una provocazione senza dubbio un po’ macabra, ma che ben racconta l'atmosfera che si respira in Italia e in Campania negli ultimi giorni

"In casa qualche giorno o in cassa per sempre": la campagna choc di un’agenzia funebre

In un Paese in cui il numero di denunce per inottemperanza alle disposizioni anti-contagio supera abbondantemente finanche il numero dei positivi al Coronavirus, una efficace campagna di sensibilizzazione mediatica sulle possibili conseguenze catastrofiche della mancanza di disciplina può diventare una necessità di primaria importanza: diffondere l’invito a stare a casa è ormai un obbligo a cui tutti sono chiamati a partecipare: dai pubblici ufficiali ai privati cittadini fino alle imprese. In un’epoca in cui i social media manager gestiscono le pagine web delle aziende puntando molto spesso sulla provocazione, sulle battute di spirito e su campagne pubblicitarie volutamente pruriginose, non poteva certo mancare la sensibilizzazione choc sugli effetti del Coronavirus.

A fornire un nuovo argomento di discussione al grande pubblico che affolla i social network, a metà fra ilarità e reazioni di sdegno, è stata un’agenzia di pompe funebri con sede a Polla, Comune di 5mila abitanti sito in provincia di Salerno, che ha condiviso sui propri account la foto di una bara con lo slogan “Se ti chiudi in casa ci starai qualche giorno, se ti chiudono in una cassa ci starai per sempre! Riflettici”. Un fin troppo esplicito invito a non trasgredire le regole, che fa scorrere un brivido dietro la schiena.

Usare una cassa da morto è una provocazione senza dubbio un po’ macabra, ma che ben racconta lo stato delle cose in Italia e in Campania negli ultimi giorni: sono infatti ancora troppe le persone che, nell’inosservanza delle norme anti-contagio, si intrattengono all’esterno delle proprie abitazioni senza un valido motivo o, in alcuni casi, simulando situazioni di necessità non corrispondenti al vero.

Comportamenti spesso portati avanti nel rispetto delle distanze di sicurezza, è vero, ma che se moltiplicati per il numero di persone coinvolte hanno come conseguenza un affollamento delle strade eccessivo, che non contribuisce a fermare o anche solo rallentare la diffusione del contagio da Coronavirus.

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