Le sanzioni Ue alla Russia fanno tremare le banche

Le banche italiane hanno investito nei Paesi emergenti poco più del 6% solo che quasi tutto è stato impiegato però nelle economie di Russia, Turchia ed Ucraina dove la parte russa è quella più rilevante

Le sanzioni Ue alla Russia  fanno tremare le banche

In un momento in cui il sistema bacario italiano traballa, gli investori e soprattutto i risparmiatori cominciano ad interessarsi su dove vengono investiti i propri risparmi. In questo quadro, vanno valutati attentamente gli asset delle banche di ogni singolo Paese europeo ha impiegato nei Paesi ad alta crescita. E qui c'è un punto che va approfondito. Le economie dei Paesi in cui vengono impiegati gli asset bancari hanno pesanti conseguenze sul sistema del credito. Per capirci, se una banca investe in un Paese che ha un'economia debole, allora è molto probabile che l'istituto alla lunga potrebbe risentirne e con questo anche i suoi investori e risparmiatori. Come sottolinea truenumbers.tv le banche spagnole sono estremamente sbilanciate perché hanno investito nelle economie del centro e Sud America quasi tutto il 20% degli asset destinati ai Paesi emergenti. Se le economie di quei Paesi dovesse ulteriormente rallentare la solidità degli istituti spagnoli ne risentirebbe severamente. E le banche italiane?

Sono molto più prudenti: hanno investito nei Paesi emergenti poco più del 6% solo che quasi tutto è stato impiegato però nelle economie di Russia, Turchia ed Ucraina dove la parte russa è quella più rilevante.

Questi dati rendono dunque di primaria importanza la questione della sanzioni alla Russia. Il rinnovo non mette in pericolo solo l'export italiano ma anche il sistema bancario italiano che potrebbe risentirne nel caso in cui l'economia russa dovesse ulteriormente rallentare.

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