Scoppia la guerra dell'Europeo

Il governo sconsiglia ai tifosi inglesi di raggiungere l'Italia per i quarti di finale degli Europei, ma conferma la finale a Wembley con 60mila persone ammesse allo stadio

Scoppia la guerra dell'Europeo

Probabilmente l'idea di un Campionato europeo di calcio itinerante non è stata geniale in un periodo pandemico, come dimostrano le polemiche che si stanno sollevando in questi giorni per i rischi causati dall'incremento dei contagi. Al centro di tutto c'è il Regno Unito e, soprattutto, Londra, dove si giocherà la finale del campionato e dove si stanno giocando numerose partite dell'Europeo, tra le quali Italia-Belgio degli ottavi di finale. Ora lo scontro sull'Europeo si sposta sul piano politico, perché se da un lato dall'Inghilterra sconsigliano di venire in Italia, per quale ragione la finale si dovrebbe giocare proprio nello stadio di Wembley, in un Paese in cui i contagi stanno tornando a salire vertiginosamente?

Il 3 luglio allo stadio Olimpico di Roma si giocheranno i quarti di finale tra l'Ucraina e l'Inghilterra, una sfida che si presume porterà nella Capitale migliaia di tifosi inglesi nonostante l'obbligo di quarantena. E infatti ora il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di Malattie Infettive e Tropicali e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, ha lanciato l'allarme. I video che circolano sui tifosi inglesi che festeggiano la loro squadra senza rispettare le norme contro i contagi preoccupano gli esperti. "Sarà difficile tenere sotto controllo migliaia di persone. Credo che sarà necessario far entrare allo stadio solo chi ha il certificato vaccinale completo, oppure prevedere un test sierologico lo stesso giorno. Poi si dovrebbe cercare di distribuirli bene all'interno dell'Olimpico, facendoli accedere con corridoi separati, in modo che non possano esserci assembramenti. Le scene viste in tv dei festeggiamenti con tifosi ammassati l'uno sull'altro mi preoccupano molto", ha detto Andreoni. La variante Delta si sta diffondendo molto rapidamente e l'obiettivo è quello di limitarne i contagi il più possibile.

Il Regno Unito sta sperimentando la variante sul suo territorio con una crescita elevata di contagi, tanto che nel nostro Paese è stata reintrodotta la quarantena per chi arriva da oltre Manica e dal governo è arrivato l'invito a non venire in Italia per la partita tra Inghilterra e Ucraina. "La nostra richiesta è di tifare la nazionale da casa, ed esultare davanti alla tv più forte che si può. La sfida è farci sentire fino a Roma. Sono sicura che sapremo sfruttare l'occasione per sostenere al meglio la nostra fantastica nazionale", ha detto Anne Marie Trevelyan, sottosegretaria al Commercio. Inoltre, l'Italia risulta ancora tra i Paesi in cui è "sconsigliato viaggiare", la cosiddetta "amber list" del governo inglese. Eppure, quando pochi giorni fa Mario Draghi esprimeva perplessità per la finale che dovrà giocarsi a Wembley, perché è stata sollevata la polemica?

Al fianco di Draghi, che ha espresso i dubbi sull'opportunità di celebrare un evento così grande in un Paese in cui è in corso una nuova ondata di contagi, si sono schierati anche Angela Merkel e il vice presidente della Commissione europea, Margaritis Schinas. Anche Antonio Tajani, in un incontro con in giornalisti a Bruxelles è intervenuto nella questione, proponendo di spostare la finale in Italia: "Sarebbe più saggio far svolgere la finale dei campionati europei (di calcio, ndr) in una città come Roma visto che il Paese ormai è tutto in zona bianca e ci sono molte garanzie in più rispetto a quelle che offre Londra. Siamo tutti preoccupati e ha fatto bene il presidente del Consiglio Draghi a sottolineare questa preoccupazione che noi condividiamo".

Agli inglesi viene sconsigliato di venire in Italia perché il rischio di contrarre il coronavirus nel nostro Paese è elevato, però gli inglesi non ritengono allo stesso modo rischioso che i tifosi partecipino alla finale del Campionato europeo a Wembley, dove al momento è ancora previsto che partecipino

60mila spettatori su 90mila. In queste ore lo scontro politico sulla questione è in crescita, con numerosi Paesi europei che stanno facendo pressione affinché venga almeno ridotta la capacità dello stadio.

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