Quando la paura prende in mano le redini dell’equilibrio, lasciando spazio all’istinto, e non permette un corretto controllo delle emozioni, allora possono nascere situazioni razionalmente inspiegabili. Quello che intendo fare è un’analisi della vita emozionale, affettiva e comportamentale della giovane Anna Maria. Si tratta di situazioni emozionali che, interferendo sulla crescita, hanno lasciato delle cicatrici difficili da rimarginare. Osservando la grafia di Anna Maria Franzoni si può capire il travaglio che ella ha vissuto già nell’età adolescenziale. La grafia chiara, con un interrigo ampio e con cenni di rovesciamento verso sinistra degli assi letterali, mette in luce un disagio interiore insorto durante gli anni della sua crescita. Isolando i singoli segni si hanno le seguenti caratteristiche che ci permettono di delineare alcune peculiarità del suo carattere.
L’interrigo ampio corrisponde a timidezza e paura del contatto fisico con l’altro legato a mancata scioltezza e spontaneità, espressione d’introversione e paura del giudizio altrui. La mancanza di movimento e di ritmo, che rende la scrittura rigida e statica, insieme alla rotondità degli occhielli e alle aste rette, denota un senso del dovere supinamente vissuto, che l’ha portata a covare dentro di sé un’insoddisfazione che ha dato luogo a stati d’ansia. Il gesto rivolto verso sinistra simboleggia l’avversità e la contrarietà che ella prova nei confronti delle figure femminili che non hanno potuto darle sicurezza e stabilità quando era ancora ragazzina. Inoltre la firma, che si riferisce all’introiezione della figura paterna, presenta l’iniziale “A” del nome assai grande a indicare senza dubbio un padre molto presente, che ha senz’altro fatto nascere stimoli sociali alla ragazza, senza però aiutarla nella crescita emotiva.
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