Risparmiare - ricorrendo all'usato - non solo su libri e dizionari, ma anche sull'abbigliamento (senza per questo ricorrere agli acquisti online). È questa la strategia delle famiglie italiane nell'approcciare le spese sulle dotazioni scolastiche. A dirlo sono i dati - riportati da Adnkronos - del nuovo Osservatorio mensile di Findomestic, società di credito al consumo del Gruppo Bnp Paribas.
Quest'anno, per mandare a scuola i figli, gli italiani spenderanno in media 597 euro, il 2% in meno rispetto al 2018. Cifra più alta dei 548 euro del 2012 ma decisamente inferiore rispetto al 2015, quando la spesa media si aggirava intorno ai 735 euro. Rispetto alll'anno scorso, cresce l'acquisto di libri e dizionari usati (52,3% del campione, 4 punti percentuali in più rispetto all'anno scorso), così come dei vestiti di seconda mano (10,7% degli intervistati, 3,3 punti percentuali in più rispetto al 2018). Chi ha due figli, però, dovrà investire qualche euro in più (da 686 a 701 euro). Le spese variano in funzione dell'area di provenienza.
La spesa media più alta è al Centro (688 euro), quella più bassa nel Nord-Ovest (556 euro), mentre è il Nord-Est a essere più autosufficiente nella copertura delle spese: il 74,3% attinge alle proprie finanze personali (contro il 53,2% del Sud). In aumento le famiglie costrette a utilizzare un finanziamento: dal 2% del 2017 al 3,6% del 2019. La voce più pesante del corredo scolastico è costituita da libri e dizionari, ma tra le voci che incidono sul budget scolastico ci sono anche i mezzi di trasporto (citati dal 20,8% degli intervistati).
In crescita, come detto, il ricorso a libri e dizionari usati: la percentuale sale dal 48,3% del 2018 al 52,3% del 2019, compensata dalla diminuzione degli acquisti online (cinque punti percentuali in meno rispetto al 2018). E-commerce in crisi anche per quanto riguarda l'abbigliamento (dall'11,4% all'8,7%), mentre aumenta di tre punti il ricorso a vestiti usati (pratica diffusa soprattutto al Centro, a cui fanno ricorso il 23,2% delle famiglie). Tra i beni di seconda mano acquistati dagli italiani per il corredo scolastico dei figli, ci sono anche i computer. E-commerce in crescita solo per gli articoli di cancelleria, fatta eccezione per gli zaini (dal 28,8% del 2018 al 24,8% di quest'anno).
Infine, la questione detrazioni.
In aumento gli intervistati che non conoscono o non utilizzano le detrazioni al 19% per le spese scolastiche consentite nella dichiarazione dei redditi: dal 41,5% del 2018 si sale al 45,6% di quest'anno. Se nel Centro Italia sfruttano meglio questa opportunità (55%), lo stesso non accade nel Sud e nelle Isole (38,5%).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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