Se difendere la famiglia è cosa medievale

Se difendere la famiglia è cosa medievale

Non sanno niente, siamo governati da persone che non sanno niente. A cominciare dalla storia. Così ho pensato, in preda allo sconforto, quando ho letto le parole di Stefano Buffagni, sottosegretario dimaiesco, contro il congresso mondiale delle famiglie che si terrà a fine mese a Verona: «C'è stato un tempo in cui le donne più emancipate e gli omosessuali venivano bruciati sui roghi. Pare che qualcuno abbia nostalgia di quel periodo scuro». Sostenere la maternità e combattere la piaga dell'utero in affitto (questi i temi principali del convegno) sarebbe dunque «nostalgia del Medioevo».

Se Buffagni ostacola chi cerca di impedire che ricchi committenti strappino neonati dal seno di madri povere, faccia pure, se la vedrà con l'eventuale coscienza, ma se tocca il Medioevo mi tocca virgolettare il poco diplomatico storico americano Warren Hollister: «Chiunque creda che l'epoca che vide la costruzione della cattedrale di Chartres e l'invenzione del Parlamento e dell'Università fu buia non può che essere mentalmente ritardato o profondamente ignorante». Io non parlerei di ritardo mentale, mi limiterei al concetto di ritardo negli studi.

Aprendo qualche libro, anziché i soliti Facebook e Twitter, anche un politico pentastellato potrebbe scoprire che la persecuzione degli omosessuali non è una specialità medievale, tanto meno cristiana: per i sodomiti la Torah ebraica prevedeva la pena di morte mille anni prima di Cristo e identica pena viene tutt'ora applicata in molti Paesi musulmani (sono più comprensivi nella Turchia che un compagno di governo di Buffagni, Paolo Savona, vorrebbe accogliere nell'Unione Europa: ai partecipanti dei Gay Pride la polizia di Istanbul si limita a infliggere proiettili di gomma). Veniamo ai roghi delle streghe: col Medioevo c'entrano ancora meno, essendo esplosi nel Quattrocento ossia in pieno Rinascimento. L'ultimo è stato acceso in Svizzera nel 1782, secolo dei Lumi, su ordine di un tribunale protestante e ci tengo a precisarlo perché molti organizzatori del convegno di Verona sono cattolici e nelle parole del sottosegretario c'è un forte sentore di anticattolicesimo, così come nel titolo del Corriere della Sera che parla di «ultracattolici» (per i giornaloni gli unici cattolici buoni sono i cattolici abortisti e omosessualisti, ossia gli ex cattolici).

Se

cinque sono le stelle del partito in cui Buffagni milita, cinque è il voto che gli darei all'esame di storia. E solo per mostrarmi più generoso di quanto si mostri generoso lui con i bambini abortiti e i bambini venduti.

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