Concessa l'attenuate a un professore che allunga le mani sulle sue alunne. Come spiega la Cassazione: "Perché non c’è 'reiterazione' della condotta quando la violenza viene esercitata non sulla stessa persona ma, ogni volta, su vittime differenti".
La decisione della Cassazione
Il processo da cui scaturisce questa sentenza è a carico di un docente che abusava delle sue alunne. Il caso è stato riaperto. Per condannarlo a una pena maggiore vi starete chiedendo. Macché. Per dargli l'attenuante. Creando così un caso che va in contrasto con casi simili e precedenti. E rischiando di provocare una crepa nel sistema giuridico italiano in casi di abusi sessuali.
Il professore, come ci spiegano dal sito La legge è uguale per tutti, "esercitata violenza non sulla stessa persona ma, ogni volta, su vittime differenti". E quindi meriterebbe un pena più salata. E invece no. Abusando di vittime diverse di volta in volta non ci sarebbe la reiterazione. E quindi si guadagna l'attenuante.
Ma come? Ebbene sì, nonostante l'orco abusasse di minorenni (una addirittura di 13 anni), per giunta a scuola (laddove il minore dovrebbe sentirsi più tutelato) e con condotte reiterate ma dirette nei confronti di più vittime non si può escludere a priori la minore gravità. E di cosa si tratta? Semplicemente dell'attenuante.
Il sito La legge è uguale per tutti parla chiaro: "Una condotta reiterata aggrava sì la lesione, ma quando la vittima è una sola; non altrettanto può dirsi quando i soggetti passivi sono diversi: in questa evenienza – scrive la Cassazione – il pregiudizio subito dalla persona offesa è certamente minore rispetto al caso in cui la violenza sia perpetrata più volte in danno di una stessa persona. Ecco che allora non c’è alcun limite ad applicare l’attenuante". Il parere della Corte Suprema non è stato influenzato nemmeno dal fatto che le violenze fossero avvenute a scuola.
Come
precisano i giudici: "Non si deve sovrapporre la gravità del fatto sulla procedibilità penale del medesimo". Ovvero non è detto che una violenza perpretata a scuola non è da ritenersi più grave.
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