"Mi viene un groppo in gola ogni volta che vedo i suoi giochi, i suoi vestiti, le sue cose". Davide Stival, il padre di Loris, il bimbo di otto anni ucciso nel Ragusano, ricorda disperato il suo piccolo. "Evocare anche il più piccolo dettaglio è diventata una sofferenza", racconta al Corriere della Sera. "È come se fosse sempre qui con me, ce l'ho accanto da mattina a sera e so che non mi lascerà mai".
Di Veronica Panarello, accusato dell'omicidio del figlio, Davide invece non vuole parlare, né vuole prendere in considerazione le voci innocentiste che la vogliono libera: "Veronica, sempre Veronica... solo di quello sanno parlare. Sento sempre quel nome, e le telecamere, e il percorso, e facebook... Io non voglio dire più niente su questi argomenti. Mi sembra quasi che si parli sempre di altro e che nessuno si ricordi più di Loris.
Aveva otto anni, era un bambino meraviglioso e come tutti i bambini aveva cassetti pieni di sogni. Adesso di lui e dei suoi sogni non è rimasto più niente e per me la sola cosa giusta da fare è non dimenticarlo. Nessuno dovrebbe dimenticarlo. I miei pensieri vanno a lui, soltanto a lui".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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