Soldi e ideologia. La "linea rossa" viene da lontano

A dispetto della tradizionale sinofobia diffusa in Russia e dello scetticismo cinese nei confronti dell'ingombrante vicino, negli ultimi anni le relazioni politiche, economiche e militari tra Mosca e Pechino sono migliorate

Soldi e ideologia. La "linea rossa" viene da lontano

A dispetto della tradizionale sinofobia diffusa in Russia e dello scetticismo cinese nei confronti dell'ingombrante vicino, negli ultimi anni le relazioni politiche, economiche e militari tra Mosca e Pechino sono migliorate notevolmente arrivando a siglare un'alleanza all'apparenza antistorica ma (per adesso) efficace per i reciproci interessi. Un'alleanza che si è cementificata in particolare negli ultimi mesi e ha avuto un'accelerata all'inizio di quest'anno basata su quattro pilastri. Anzitutto l'ambito economico in cui la Cina è destinata a diventare il principale partner della Russia per mitigare gli effetti delle sanzioni occidentali, non a caso già poche ore dopo l'inizio del conflitto Pechino ha confermato l'acquisto di grano da Mosca sottoscritto in precedenza. Inoltre, il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov, ha affermato: «lo yuan cinese è una valuta di riserva affidabile e una parte delle riserve auree e valutarie è in questa moneta. Nelle relazioni commerciali con la Cina, utilizzeremo una quota delle riserve auree e valutarie denominate in yuan. Lo utilizzeremo in tutti gli aspetti». In secondo luogo il settore energetico: già dal 2019 la Russia fornisce gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia e nel 2021 ha esportato 16,5 miliardi di metri cubi di gas, quantità che dovrebbe salire a 38 miliardi di metri cubi l'anno entro il 2025 grazie a un accordo che prevede la realizzazione del nuovo gasdotto Soyuz Vostok. Pechino ha necessità di sempre più energia per sostenere la propria crescita economica mentre la Russia ha bisogno di incrementare l'export di gas verso partner alternativi all'Europa. Anche in ambito militare la collaborazione tra i due paesi è cresciuta, non a caso il 21 gennaio Cina, Russia e Iran hanno realizzato un'esercitazione militare congiunta nelle acque del Golfo dell'Oman chiamata «Cintura di sicurezza marittima» con l'obiettivo di «rafforzare la sicurezza comune». Fino a ieri quando la Cina «ha aperto alla possibilità di fornire armi alla Russia». Infine l'ambito geopolitico in cui si consolida la formazione di un blocco alternativo a quello occidentale a cui potrebbero guardare anche altri paesi a partire dall'Iran, senza contare l'Africa dove la penetrazione russa e cinese è notevolmente cresciuta negli ultimi anni. È lecito domandarsi se vi siano responsabilità dell'Occidente nell'aver favorito questa alleanza, di sicuro l'abbraccio tra Russia e Cina rappresenta un pericolo per l'Europa e per gli Stati Uniti da non sottovalutare.

Occorre però tenere in considerazione anche i punti deboli dell'accordo a partire dalla reciproca diffidenza e dal rischio per la Russia di finire a dipendere economicamente da Pechino che, quando sono in gioco i propri interessi economici, non guarda in faccia a nessuno. Infine non si può dimenticare che sia Xi sia Putin ragionano in chiave imperiale e la storia ci insegna che l'alleanza tra due imperi è solo temporanea almeno che non ci sia un nemico comune a fare da collante.

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