Che cosa è successo davvero all'interno dell'ospedale di Sondrio? Qui, sabato 14 dicembre una madre nigeriana ha drammaticamente perso la figlia di cinque mesi. Un dolore straziante, da rispettare. La 22enne, una volta appresa la notizia del decesso della sua piccolina, si è lasciata andare al pianto e a grida di dolore. È qui che qualcuno dei presenti – magari non a conoscenza della tragedia appena verificatasi al pronto soccorso del nosocomio – si sarebbe lasciato scappare frasi irrispettosi e volgari nei confronti della giovane donna di colore.
Poco dopo, la notizia di quel drammatico decesso e di quegli insulti razzisti – "Fate tacere quella scimmia" – inizia a circolare sui social network, venendo portata alla ribalta dalla "sardina" Francesca Gugiatti, consigliera comunale per il centrosinistra in città. Dunque, il caso è montato come una valanga, diventando questione nazionale.
Giorgia Meloni, per esempio, una volta appresa la notizia l'ha così duramente commentata sui propri canali social: "'Fatela tacere, scimmia. Tanto ne sfornano uno all'anno'. A Sondrio una donna nigeriana derisa in ospedale perché urlava per la morte della figlia di soli cinque mesi. Da madre non posso che provare profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata dal dolore più atroce che un essere umano possa provare. Non ho parole, che schifo". Molti altri leader ed esponenti della sinistra italiana hanno commentato il fatto, parlando di razzismo, xenofobia e quant'altro.
C’è però qualcosa che non torna in tutta questa vicenda. In primis, il fatto che la direzione sanitaria dell'ospedale di Sondrio abbia spiegato come "le frasi riportate non possono essere né confermate, né smentite", perché nessun medico né infermiere le ha sentite. In secundis, perché anche i carabinieri non hanno sentito insulti.
Infatti, come riportato da La Verità, la versione ufficiale dell'Arma è la seguente: "Non c'è stato nessun commento e nessun insulto razzista, perché presenti erano solo la madre, il marito (arrestato per droga e in attesa del processo, ndr), il personale medico, una parente e i carabinieri.
Nessuno ha gridato frasi razziste all'indirizzo della donna e la donna non può aver reagito a questi insulti perché non c' è stata interazione tra chi aspettava di essere curato e lei".Insomma, il rischio è che si si trattato di un caso di razzismo immaginario, montato ad arte, e sulla pelle di una vita di cinque mesi spentasi drammaticamente troppo presto.
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