Strage di Latina, il fratello dell'omicida: "Doveva riappacificarsi"

Gennaro Capasso, fratello del carabiniere che ha ucciso le due figlie e ferito gravemente la moglie Antonietta, critica le scelte del legale di lei: "Avrebbe dovuto o potuto tentare una rappacificazione tra i due e invece non ha fatto altro che buttare alcol sul fuoco"

Strage di Latina, il fratello dell'omicida: "Doveva riappacificarsi"

“Mio fratello non era un mostro”. Così, dalle colonne de Il Tempo, Gennaro Capasso dipinge suo fratello minore Luigi, il carabiniere di Cisterna di Latina che ha ridotto in fin di vita la moglie, Antonietta Gargiulo, e freddato le due figlie, prima di togliersi la vita.

Secondo Gennaro Capasso, l’omicida era un “padre esemplare” che “ha sofferto molto dopo la separazione”. Luigi e Antonietta non si capivano più, la crisi coniugale andava avanti da mesi, poi lo scorso 4 settembre ha raggiunto il culmine, quando lui l’ha aggredita davanti allo stabilimento Findus dove lavorava e poi in casa. Dopo quell’episodio, il militare si era allontanto spontaneamente dall’appartamento in via Collina dei Pini per trasferirsi in un alloggio dell’Arma. A inasprire ancor di più il clima familiare, secondo il fratello dell’omicida, sarebbe stato l’avvocato della moglie, Maria Concetta Belli, “che avrebbe dovuto o potuto tentare una rappacificazione tra i due e invece non ha fatto altro che buttare alcol sul fuoco”.

Il prossimo 29 marzo si sarebbe dovuta tenere la prima udienza per la separazione giudiziale e la paura di perdere la casa e le due figlie, Alessia e Martina, avrebbe distrutto il carabiniere: “Gli è crollato il mondo addosso”. La consapevolezza di non poter più ricucire con la moglie e di esser definitivamente allontanato dalle figlie, per il fratello Gennaro, è all’origine del “blackout di quindici minuti” che lo scorso mercoledì mattina ha spinto l’uomo a puntare la pistola d’ordinanza prima verso i suoi cari e poi contro sé stesso.

“Non voglio giustificarlo - spiega Gennaro - ma sia Antonietta che il suo avvocato hanno gestito male questa situazione. Lo vedevano nervoso, avrebbero potuto lasciarlo con le bambine, invitarlo a casa un pomeriggio, fargli fare il padre”.

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