Lunedì i migranti nell’hotspot di contrada Imbriacola erano quasi 2mila. Altri 700 sono ancora a bordo delle navi delle Ong, in attesa di approdare sulla terraferma: 268 sulla Ocean Viking di Sos Mediterranee e 439 sulla Sea Watch 3.
Lampedusa torna ad essere crocevia dell’esodo dalle coste africane e i numeri sono già da record. Ieri sera il Viminale ha annunciato il trasferimento di 600 persone dal centro di accoglienza, mentre oggi dovrebbero lasciare l’isola altri mille stranieri. Ma potrebbe essere soltanto un palliativo, visto che l’emergenza, complici le condizioni meteo favorevoli, sembra destinata a continuare.
Da settimane le condizioni all’interno del centro di accoglienza, che può ospitare al massimo 300 migranti, sono al limite. In centinaia dormono a terra su materassini di gommapiuma, buttati nei vicoli tra l’immondizia. Il vicesindaco leghista Attilio Lucia ha fatto appello al leader del partito, Matteo Salvini, che ha subito annunciato un sopralluogo sull’isola il 4 e 5 agosto "per portare soluzioni e idee".
"È l’unico ad essere riuscito ad arginare il fenomeno quando era al Viminale e per questo è sotto processo", dice a ilGiornale.it il sottosegretario alla Difesa, Stefania Pucciarelli. La senatrice, che in passato ha visitato personalmente l'hotspot, aveva affrontato di recente il problema della gestione dei flussi migratori, intervenendo al primo convegno annuale sulla Difesa organizzato dal think tank Centro Studi Machiavelli a Montecitorio.
"Non si può continuare a pensare di gestire i grandi flussi non controllati via mare come se fossero delle normali situazioni di ricerca e soccorso, ovvero con regole e norme pensate per tutt’altro scenario", è il ragionamento. "Il fenomeno ormai in atto da anni dell’esodo incontrollato verso l’Europa, soprattutto quello che riguarda la rotta tra il Nord Africa e l’Italia, - prosegue – è il chiaro esempio di come non si possa e non si debba agire". La senatrice punta il dito contro la "mancanza di strategia". Una pecca a cui, osserva, "sopperiscono le nostre forze armate, in particolare la Marina Militare, che ancora una volta ha dato un segnale di prontezza importante nel contribuire a mettere toppe rispetto a questa colpevole non-gestione del fenomeno emergenziale".
Il riferimento è alla nave anfibia San Marco che nelle scorse settimane è stata costretta a fare rotta su Lampedusa per trasportare circa 600 migranti a Pozzallo e allentare così la pressione sul centro di accoglienza. "Un attività non semplice sia logisticamente, sia perché distoglie risorse preziose, nel caso specifico la nave e il suo equipaggio, da una missione primaria di tutt’altro tenore che è quella di garantire la difesa e la sicurezza marittima in un’area di cruciale rilevanza strategica come il Mediterraneo centrale".
L’intervento di una nave umanitaria per gestire gli arrivi ed evitare il caos è stato invocato nelle scorse ore dal sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. Nel frattempo, nelle traversate della speranza si continua a morire, anche di sete.
Domenica a bordo di un peschereccio che trasportava 674 migranti, intercettato dalle forze armate italiane al largo delle coste calabresi, c’erano cinque cadaveri. Migranti che sarebbero morti di stenti, secondo le ricostruzioni di alcuni compagni di viaggio, disidratati a causa del caldo e della mancanza di acqua potabile, razionata dagli scafisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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