SuperMario già sommerso di "letterine"

"Mailbox is full". Mario.Draghi@governo.it ha la casella di posta elettronica che scoppia. Il premier non sarà persona che ama le chiacchiere, ma tutta Italia vuole parlare con lui

SuperMario già sommerso di "letterine"

«Mailbox is full». Mario.Draghi@governo.it ha la casella di posta elettronica che scoppia. Il premier non sarà persona che ama le chiacchiere, ma tutta Italia vuole parlare con lui.

Un po' è lo straniamento di un Paese orfano del Conte Facebook e delle sue reti unificate. Ma soprattutto è l'effetto dell'attesa messianica creata intorno al nuovo presidente del Consiglio ad attirare un numero di appelli incredibile e variopinto. Draghi non ha ancora ottenuto la pur scontata fiducia del Parlamento, ma quella dei cittadini gli è stata già recapitata a pacchi. E se è scontato che in tanti chiedano più vaccini e ristori e un decente Recovery plan, mission per cui è nato il governo, colpisce quanto le richieste si allarghino su uno spettro sufficiente per un paio di legislature, altro che governo a termine.

Legambiente, ad esempio, ha già spedito il suo plico di proposte per un nuovo Recovery plan, dando per scontato che quello firmato Conte sia già nel cestino: «Spingere sull'eolico a terra e mare, tanto fotovoltaico, solo ed esclusivamente idrogeno verde, servono tanti impianti per l'economia circolare (tema su cui nel Pnrr c'era tanta confusione)». E poi, naturalmente, «la mobilità dolce». In tema di ambiente si muove anche la richiesta della Cia, grande associazione agricola, di adottare «politiche e soluzioni per attuare su tutto il territorio nazionale nuovi e più incisivi modelli di gestione della fauna selvatica».

E come dimenticare le «zone franche montane» in Sicilia. Un comitato di 133 sindaci che già da tempo ha avviato una specifica protesta, ha imbucato nella cassetta delle lettere un appello a Draghi per un «diretto interessamento affinché l'iter legislativo sulle disposizioni concernenti l'istituzione delle zone franche montane in Sicilia si concluda nel più breve tempo possibile».

Non tutti mirano alto come Matteo Salvini che, nella sua lettera a Babbo Natale Draghi, ha scritto «ponte sullo Stretto». C'è chi, come l'Uncem, Unione nazionale comunità enti di montagna, si accontenta di una nomina «per il 54% dell'Italia»: un sottosegretario alla Montagna. Mentre Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, punta invece al bottino pieno: «Draghi istituisca un ministero per la Pace».

Non c'è campo dell'attività umana che venga trascurato. Un gruppo di soci dell'Accademia dei Lincei chiede l'istituzione a Palazzo Chigi di una Fondazione per la creatività scientifica per finanziare ricerca dal basso. I 300 accademici del think tank Lettera 150, propongono le 10 riforme necessarie per liberare le energie del mondo dell'università e ricerca, il comitato «Femminicidio in vita» scrive a Draghi chiedendo di «tutelare le madri». E c'è perfino chi non scrive ma indossa direttamente la maglietta del fan club.

Come Kevin Pimpinella e Chiara Di Giacinto, giovani della Luiss che hanno istituito il movimento «Studenti per Draghi». Apartitico ma, naturalmente, con il suo elenco di proposte già pronte per il premier. Sempre che si decida a cancellare tutte quelle mail non lette.

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