"Curare il cancro con le tasse". E spunta il balzello sulle sigarette

Il Sistema sanitario non riesce più a garantire a tutti i malati le cure contro il cancro. Gli oncologi italiani hanno proposto di aumentare le accise sulle sigarette. L'obiettivo è duplice: sostenere il costo dei medicinali e contrastare il tabagismo

"Curare il cancro con le tasse". E spunta il balzello sulle sigarette

Il numero di malati di cancro è in costante crescita ma i medicinali non ci sono per tutti: negli ultimi anni, infatti, sono sempre più frequenti i richiami di oncologi e associazioni di pazienti sull'imminente collasso del nostro Sistema sanitario che non riesce a garantire gratuitamente a tutti i malati le innovative cure. E visto che il prezzo globale dei farmaci anti-cancro ha raggiunto, nel 2014, la cifra record di cento miliardi di dollari, gli oncologi italiani sono convinti che serva un fondo nazionale dedicato ai farmaci oncologici, per far fronte alle necessità di quell’esercito di persone, circa 3 milioni di connazionali, che combattono contro un tumore.

L'idea, che è stata proposta nel corso di una conferenza a Milano, potrebbe essere finanziato con il gettito derivante dal tabacco. Lo Stato oggi ricava circa 11 miliardi di euro dalle accise del tabacco (principale causa di numerosissime forme di tumore, a cominciare da quello ai polmoni) e impiega queste risorse in vario modo: ne basterebbe una piccolissima parte, anche solo il 5 per cento, per garantire pieno accesso a tutti i malati italiani ai tanti farmaci innovativi che arriveranno sul mercato e che potrebbero cambiare le loro aspettative di vita.

Gli oncologi italiani propongono in pratica al Governo di finanziare il fondo attraverso il gettito derivante dal tabacco, un centesimo in più a sigaretta, con il duplice obiettivo di sostenere il costo dei medicinali e contrastare il tabagismo. La richiesta alle istituzioni è avanzata dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), insieme alle rappresentanze dei pazienti: "Così potremo lavorare per garantire a tutti i pazienti italiani le cure più innovative ed efficaci - spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom - Ogni ora in Italia vengono individuati più di 40 nuovi casi di cancro, sono 363.300 le diagnosi stimate nel 2015. In diciassette anni (dal 1990 al 2007, secondo gli ultimi dati disponibili) le guarigioni sono aumentate del 14 per cento e oggi oltre 700mila connazionali possono considerarsi definitivamente liberi dalla malattia. L’innovazione in oncologia ha permesso di raggiungere risultati straordinari e la ricerca scientifica ha reso disponibili armi sempre più efficaci come l’immunoncologia e le terapie target personalizzate, che potrebbero consentire di cronicizzare diverse malattie neoplastiche anche molto aggressive e in fase avanzata".

Benché la tassa sia un certo senso a "fin di bene", c'è qualcosa che non convince del tutto: infatti, benché molti fumatori si ammalino di cancro, potremmo anche rispondere che non tutti i fumatori si ammalano di tumore e che non tutti i non fumatori sono immuni dal cancro e da altre patologie. Insomma, l'ulteriore tassa sulle sigarette andrebbe a colpire, indistintamente, tutti: futuri malati e non.

Senza contare che tra gli ipotetici "futuri malati" vi sono quelli che non si rivolgeranno al sistema sanitario pubblico e magari prefereriranno andare all'estero. In ogni caso, bisognerà attendere la risposta del Governo. Ma com'è noto, quando si tratta di aggiungere tasse, lo Stato italiano non si tira mai indietro...

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