La prima tassa da cancellare è il reddito 5s amato dai boss

Anche il governo Draghi deve pagare le tasse, anzi una supertassa. A giorni infatti si deve decidere se rifinanziare il reddito di cittadinanza e l'esito è scontato

La prima tassa da cancellare è il reddito 5s amato dai boss

Anche il governo Draghi deve pagare le tasse, anzi una supertassa. A giorni infatti si deve decidere se rifinanziare il reddito di cittadinanza e l'esito è scontato: Draghi staccherà un assegno da un miliardo di euro da gettare via nella sciagurata bandiera grillina di «abolire la povertà» con l'assistenza a fondo perduto invece che - come sarebbe ovvio - attraverso investimenti capaci di creare occupazione e sviluppo.

Non penso che il presidente del Consiglio si sia convertito sulla via della decrescita felice. Il fatto è che mettere mano oggi a quel buco nero significa far saltare in aria del tutto il già disgregato arcipelago grillino e mettere di conseguenza a rischio la pax tra i soci di maggioranza. Ora ci sono altre priorità, lo capiamo, ma prima o poi questo fallimentare progetto dentro il quale hanno sguazzato fannulloni e criminali (ieri è arrivata una minaccia: se Draghi tocca il reddito farà la fine di Falcone) dovrà essere archiviato o quantomeno rivisto, senza ovviamente perdere d'occhio le necessità di chi sta attraversando un momento di vera e comprovata difficoltà.

Ad oggi questo giochino targato Di Maio (uno che, prima di vincere il biglietto della lotteria politica, di disoccupazione se ne intendeva) è costato quasi dieci miliardi, circa 600 milioni al mese. Ne hanno beneficiato quasi un milione e mezzo di famiglie, tre milioni di persone alle quali sono finiti mediamente 524 euro a testa al mese. Tutta questa montagna di soldi sarebbe dovuta essere un aiuto in attesa di trovare un lavoro, ma solo il 7 per cento dei beneficiati ha trovato un'occupazione, anche per via del totale fallimento del costoso progetto «navigator», che nella mente dei proponenti avrebbe dovuto sostituire i già esistenti centri per l'impiego.

Io penso - e sono in buona compagnia - che se quei dieci e passa miliardi fossero stati investiti nelle piccole e medie imprese, oggi ci ritroveremmo con meno debito e più

occupazione. Ma ormai è andata così. Paghiamo questa tassa occulta sull'altare della demagogia grillina e andiamo avanti. Augurandoci che sia l'ultima volta, perché gli italiani non ne possono più di gettare via i soldi.

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