"Siete poco caste". Attacco del teologo islamico contro le pallavoliste

Il teologo in questione, Ihsan Senocak, gode di un vasto seguito sui social e i suoi commenti registrano sempre migliaia di "mi piace"

"Siete poco caste". Attacco del teologo islamico contro le pallavoliste

La nazionale olimpica femminile di volley turca è stata ultimamente criticata sui social da un noto teologo islamico del medesimo Paese, scagliatosi contro le giocatrici poiché "poco caste". A lanciare sul web l'invettiva in questione è stato Ihsan Senocak, pensatore con un vasto seguito tra gli internauti: un milione di follower su Facebook, quasi un altro milione su Twitter e 862 mila su Instagram. Le accuse contro l'abbigliamento delle pallavoliste di Ankara sono state da lui esternate in un tweet pubblicato domenica scorsa e tale messaggio ha ricevuto in poco tempo circa 50 mila ‘mi piace’ e 30.000 retweet.

Nel messaggio in questione, il teologo si era scagliato contro la divisa da gioco sfoggiata dalle "sultane della rete" (soprannome con cui sono conosciute le pallavoliste turche), tuonando: "Figlie dell’Islam! Siete le sultane della fede, della castità, della moralità e della modestia… non dei campi sportivi. Voi siete figlie di madri che si sono astenute dal mostrare il loro naso per pudore. Non siate vittime della cultura popolare. Siete la nostra speranza e la nostra preghiera".

Oltre a conquistare tanti "mi piace" e commenti positivi, l'invettiva di Senocak ha però ricevuto anche forti critiche dai suoi connazionali internauti; molti di questi ultimi, in particolare, hanno criticato il teologo islamico per avere, con quel tweet relativo alle divise da gioco, "demoralizzato" le giocatrici e di averne compromesso il rendimento in campo, fino a determinare la sconfitta della compagine di Ankara al torneo olimpico, avvenuta questo martedì, contro la nazionale italiana di pallavolo.

Non è la prima volta che Senocak pubblica sui social le proprie opinioni e critiche verso l'abbigliamento delle cittadine turche.

Nel 2017, egli aveva appunto criticato i padri che permettono alle figlie di andare all’università in jeans e “con le sopracciglia curate”, ricordando contestualmente ai genitori che tale concessione avrebbe aperto alle ragazze "le porte dell’inferno".

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