Trieste, la parola "Gesù" bandita dalla recita di Natale

In una scuola primaria le maestre hanno messo tra parentesi il pensiero di un bimbo che parlava del Natale come "la festa di Gesù". La preside: "Bene, siamo laici"

Trieste, la parola "Gesù" bandita dalla recita di Natale

Non si ferma l'ondata di cristianofobia nel nostro Paese. Sotto Natale si moltiplicano gli attacchi ai simboli della religione cristiana; molto spesso, purtroppo, il teatro di queste aggressioni è la scuola.

Tra presepi vietati e preghiere cancellate, l'ultima censura dei confronti delle celebrazioni per la nascita di Cristo arriva da Trieste. In una scuola elementare della città adriatica le maestre hanno infatti pensato bene di cancellare - o meglio, di mettere tra parentesi - un pensiero scritto da uno dei bimbi per la recita di fine anno, in cui si faceva riferimento al Natale come alla "festa di Gesù". Un concetto evidentemente in se stesso lesivo della sensibilità religiosa degli alunni di altre confessioni. E pertanto degno di essere censurato.

"Quella frase, cancellata per non offendere chi appartiene ad altre religioni, va invece a offendere tutti coloro che festeggiano il Natale non come periodo di regali e vetrine ma come nascita di Gesù Cristo", si lamenta su Facebook la mamma di un allievo dell'istituto primario. "Questo eccesso di zelo da parte delle maestre equivale a vergognarsi di Cristo e nascondere il proprio credo - prosegue la donna - in un momento in cui ricordare la natività di Gesù può aiutare a superare i momenti bui che stiamo vivendo."

Dalla scuola, scrive il quotidiano triestino Il Piccolo, è arrivata la difesa del consiglio d'istituto: "I riferimenti religiosi qui non c'entravano nulla: il momento della recita faceva parte di un percorso seguito durante l’anno e incentrato sui diritti dell'uomo. Non si tratta di mettere in discussione il Natale come festa religiosa per la nascita di Gesù".

Un concetto ribadito anche dalla preside, che ricorda come l'interculturalità e l'inclusività siano da sempre stati i punti di forza dell'offerta formativa dell'Istituto, "che, è bene ricordarlo, è una

scuola laica". Una ricorrenza, insomma, da reinterpretare insomma in un'ottica più "laica" ed, evidentemente, più "rispettosa dei diritti dell'uomo". Minacciati, a quanto pare, anche solo dal nome di Gesù.

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