Un vero e proprio mostro cosmico è stato individuato nella Via Lattea a “soli” 15mila anni luce dalla Terra. Il corpo celeste in questione è un buco nero, chiamato dagli astronomi LB-1, di immense dimensioni la cui massa è 70 volte superiore a quella del Sole.
A scoprilo è stato un team guidato da Jifeng Liu dell’Accademia cinese delle scienze, del quale ha fatto parte anche Mario Lattanzi de nostro Istituto nazionale di astrofisica, che ha pubblicato i risultati su Nature. Il buco nero, accompagnato da una stella, ha creato un certo sconcerto nella comunità scientifica proprio per la sua massa che risulta essere quattro o cinque volte quella che era ritenuta il limite per un corpo celeste di questo tipo.
Ma le singolarità di questo incredibile mostro cosmico non terminano qui. Anche la sua è decisamente anomala: l’astro che lo accompagna impiega ben 79 giorni per una rotazione completa. Non meno importante è l’inquietante silenzio che lo avvolge. Questo è l'unico buco nero finora scoperto a non emettere raggi X. Proprio quest'ultima caratteristica ha reso così difficile individuarlo.
Ma dove un lunghissimo e complesso lavoro, gli astrofisici sono riusciti nel capolavoro grazie ad un telescopio ottico da 4 metri, chiamato Lamost, che si trova in Cina, non lontano da Pechino e specializzato nella caccia alle stelle che ruotano intorno a corpi “invisibili”.
Sulle tracce dell'immenso e “impossibile” corpo celeste si è arrivati seguendo le variazioni dello spettro luminoso degli astri, indizi della presenza di un possibile buco nero. È stata individuata una stella dalla massa 8 volte superiore a quella del nostro Sole, che ruotava intorno a un buco nero fuori misura. Le misure eccezionali sono state confermate dal confronto i dati di altri telescopi.
Finora si riteneva che nella Via Lattea ci fossero circa 100 milioni di buchi neri, la maggior parte dei quali con una massa non superiore di 15 volte quella del Sole. Ma la nuova scoperta cambia gli scenari.
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Quel buco nero non dovrebbe esistere: è troppo massiccio per essere un buco nero stellare. Eppure c'è. Fra gli autori della scoperta, riportata oggi su @Nature, c'è anche Mario Lattanzi dell'#INAF di #Torino. https://t.co/n6CZQpIqNU @ESAGaia #LAMOST pic.twitter.com/M6yeUqEeGB
— MEDIA INAF (@mediainaf) November 27, 2019
Non so se sia il più grande mai trovato, ma la cosa straordinaria è che, stando alle teorie attuali dell'evoluzione stellare, buchi neri stellari così massicci non dovrebbero nemmeno esistere, perlomeno non nella nostra galassia", ha osservato Lattanzi da Shanghai. In realtà, indizi della loro esistenza ce ne sono “ma arrivano da osservazioni di tipo del tutto diverso e indipendente: i segnali registrati dagli interferometri per onde gravitazionali Ligo e Virgo, attribuiti alla collisione fra buchi neri molto più massicci dei tipici buchi neri stellari".
Il buco nero "lo abbiamo chiamato LB-1, dal nome del nostro gruppo", ha
spiegato Liu che ha aggiunto come "adesso la palla passa di nuovo ai teorici, ai quali toccherà spiegare come possa essere avvenuta la sua formazione in un ambiente con metallicità analoga a quella del Sole".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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