"Mi trovo di fronte all'ultimo tratto del percorso della mia vita e non so cosa mi aspetta. So, però, che la luce di Dio c'è, che Egli è risorto, che la sua luce è più forte di ogni oscurità, che la bontà di Dio è più forte di ogni male di questo mondo". È da un po' di tempo che Joseph Ratzinger afferma di essere in pellegrinaggio verso Casa. Chissà se al papa emerito è mai capitato di pensare ad un altro viaggio in Germania.
Con ogni probabilità sì. Quella terra che tanto fa penare l'ex pontefice per via della rivoluzione teologico-dottrinale forzata che certi vescovi progressisti vorrebbero portare a dama ad ogni costo. Quella rivoluzione per cui l'emerito ha deciso di scrivere, con l'ausilio del cardinal Robert Sarah, un controcanto:"Dal Profondo del Nostro Cuore", l'opera libraria contro l'abolizione del celibato sacerdotale. Quel virgolettato risale a quando il papa emerito Benedetto XVI ha compiuto 85 anni. Sappiamo col senno di poi di come all'epoca già stesse meditando di rinunciare al soglio di Pietro. E abbiamo anche avuto modo di contare le volte in cui Benedetto XVI ha domandato - senza mai ottenere una risposta positiva - di potersene tornare in Baviera: San Giovanni Paolo II non glielo ha mai permesso. È anche per quel mancato permesso che forse Ratzinger è stato eletto dopo la morte del polacco. Chissà cosa sarebbe accaduto se fosse tornato in Germania, come avrebbe preferito, a scrivere ed a studiare.
Georg Ratzinger, il fratello dell'emerito, è malato. E Ratzinger, nonostante la pandemia e nonostante il quadro dei contagi in Europa non si sia ancora risolto a tal punto da consigliare spostamenti senza troppi patemi, in specie per un uomo di novantré anni, ha scelto comunque di volare in direzione Regensburg, dove Georg Ratzinger risiede. E dove i due fratelli Ratzinger potrebbero vedersi per l'ultima volta in questa vita terrena. L'ennesima scelta rivoluzionaria di un ex pontefice che ci ha abituati ai colpi di scena. Dal ritiro alla vita spirituale in poi, Ratzinger non aveva visto quasi nulla: le mura leonine hanno fatto da barriera alle esperienze esterne. Ma certi viaggi non si possono rimandare. Nemmeno se si è stati successori di Pietro e se la logica magari consiglierebbe quantomeno di ragionarci.
Il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni ha comunicato cosa stesse accadendo: "Questa mattina il Papa emerito Benedetto XVI si è recato in Germania in visita al fratello malato. Il Papa emerito si trova ora nella città di Regensburg, dove trascorrerà il tempo necessario. Insieme a lui si trovano il segretario, monsignor Georg Gaenswein, il medico, un infermiere, una delle memores domini e il Vice Comandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano", hanno fatto sapere dal Vaticano.
Del resto, come si può non recarsi al capezzale di un fratello gravemente malato per paura? Un sostenitore del relativismo, forse, può provare una sensazione d'angoscia di fronte a questo tipo di evenienze. Per Joseph Ratzinger non possono esistere troppi dubbi sul da farsi. Ratzinger per muoversi ha quantomeno atteso del tempo. Suo fratello Georg, lo scorso 16 aprile, non ha potuto partecipare al compleanno dell'emerito. Benedetto in quell'occasione ha dovuto rinunciare alla presenza del suo parente più prossimo, ma non ha rinunciato a qualche canto bavarese. Quelli che era solito intornare proprio col suo maggiore nel corso delle occasioni di festeggiamento.
Una pandemia di questa gravità può costringere il
mondo alla quarantena. In maniera più ardua, un pandemia di questa gravità deve confrontarsi con uno dei simboli della resistenza della civiltà occidentale. Un simbolo che neppure a novantré anni vuole rinunciare a volare.
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