Se c'è un fattore che può aver sconvolto i piani dei progressisti sull'abolizione del celibato è la pubblicazione di Dal profondo del nostro cuore ad opera di Joseph Ratzinger e Robert Sarah. Papa Francesco, nella esortazione apostolica Querida Amazonia, non ha aperto ai "preti sposati" o ai "viri probati". "Spiazzare", che è uno dei verbi più utilizzati dai commentatori dopo la lettura integrale del documento del Santo Padre, calza a pennello.
Cosa è accaduto da ottobre a febbraio? Tra il Sinodo panamazzonico, dove si è discusso di parecchie novità date per adottabili da 185 vescovi, e l'uscita del testo papale, bisogna collocare soprattutto la presa di posizione pubblica del pontefice emerito. Quella contenuta nel libro che in Italia è edito da Cantagalli. Una rivoluzione "bergogliana" avrebbe infatti smentito in tronco le argomentazioni del suo predecessore, che è contrario a qualunque reinterpretazione dottrinale di un istituto che, pur non essendo un dogma, è qualificato alla stregua di una "grazia di Dio". Se l'argentino avesse riformato il celibato, avremmo avuto due posizioni molto differenti tra loro. Un Papa e un antipapa? No, ma insomma qualcosa di difficilmente gestibile dal punto di vista mediatico.
Il Vaticano ha specificato subito - appena data la notizia della imminente uscita di Dal profondo del nostro cuore - come il pensiero di Jorge Mario Bergoglio sul celibato fosse sempre stato coincidente, in fin dei conti, con quello di Benedetto XVI. Eccezioni sì, ma solo per qualche specifico caso, tipo per alcune "isole del Pacifico". Poi è stato pubblicato un libro-intervista al Papa di don Luigi Maria Epicoco. Un'opera in cui viene sottolineato pure come papa Francesco abbia la stessa visione sull'ordinazione sacerdotale di San Giovanni Paolo II. La nota "ermeneutica della continuità".
Ma allora perché in molti, quasi tutti, si dicevano certi di come l'ex arcivescovo di Buenos Aires stesse per cambiare le regole di base sul sacerdozio? Il Papa potrebbe aver modificato la sua idea in corsa. Magari per motivazioni esterne al dibattito di questi mesi e per convinzioni sedimentate nel corso del tempo, come sostengono da piazza San Pietro. Oppure, stando ad alcune ricostruzioni, l'ex pontefice, il tedesco, con il libro scritto con il cardinal Robert Sarah, potrebbe davvero aver influito - a mo' di pressing - sulle decisioni prese dall'ex arcivescovo di Buenos Aires. Per il "fronte conservatore", è come se Benedetto XVI avesse salvato la squadra da un goal sulla linea di porta. Il vaticanista Sandro Magister, sul suo blog de L'Espresso, ha raccontato più di qualche retroscena.
Quando Dal profondo del nostro cuore è stato annunciato, i progressisti hanno iniziato a sbracciarsi, come accade di consueto. L'emerito aveva di nuovo "rotto il silenzio", sconvolgendo le uova nel paniere dei "guardiani della rivoluzione". Succede ogni volta che Benedetto XVI esce dalla dimensione privata. Il duo conservatore, quello composto da Ratzinger e Sarah, è stato sottoposto ad un fuoco di fila continuativo.
Ma entrambi gli ecclesiastici hanno deciso di non concedere centimetri a chi, peraltro, ha iniziato a sostenere che la collaborazione teologica con l'ex Papa se la fosse inventata il cardinale africano. Quasi come se Ratzinger non avesse davvero partecipato alla stesura di Dal profondo del nostro cuore. Sono state fasi molto concitate, quelle. E a rimetterci, com'è noto, potrebbe essere stato mons. Georg Gaenswein che è stato "congedato" dalla prefettura della Casa Pontificia.
Sulla fonte sopracitata, si legge di una telefonata intercorsa tra Ratzinger e Sarah: entrambi, secondo il racconto del giornalista, hanno pianto. E quello può essere stato uno sfogo dovuto all'offensiva progressista. Ma non è tutto. Joseph Ratzinger, per avvalorare la posizione pubblica di Sarah, che continuava a postare sui social network "prove" del fatto che Benedetto XVI avesse davvero contribuito a Dal profondo del nostro cuore, aveva anche preparato un "comunicato che egli intendeva rendere pubblico con la firma del solo papa emerito, per attestare la piena consonanza tra i due coautori del libro e invocare la cessazione di ogni polemica".
Sandro Magister ipotizza dunque almeno che mons. Georg Gaenswein possa essere stato "congedato" per via della contraddizione tra la richiesta di rimozione della firma di Ratzinger dal libro - quella che era stata avanzata in un primo momento - e la fuoriuscita di un comunicato, che non è mai divenuto pubblico, ma che sancisce l'effettiva compartecipazione di Benedetto XVI a Dal profondo del nostro cuore.
In Querida Amazonia, l'esortazione post sinodale di
Papa Francesco, non vi è alcuna deroga alla ordinazione sacerdotale: il celibato non è stato toccato. E forse lo si deve al pressing di Benedetto XVI, che ha versato anche lacrime per la sua battaglia interna alla Chiesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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