Cinque voragini in meno di quattro mesi. Monteverde è un quartiere che rischia di sprofondare (guarda video). A lanciare l’allarme sono i residenti della zona. Solo a ridosso di piazza Fonteiana, dall’inizio dell’estate, l’asfalto è ceduto in ben due punti, lasciando intravedere le viscere della città sommersa. Il cratere all’incrocio con via Giampaolo Della Chiesa è stato ricoperto dal cemento mentre, pochi metri più su, attorno alla buca che si è aperta nel mese di agosto campeggiano ancora i cartelli dei lavori in corso. “Guardate, è cresciuta anche una vite attorno ai nastri segnaletici”, si lamenta un signore che abita sulla piazza.
Poco distante, a via Ludovico di Monreale, invece, i cittadini si sono dovuti arrangiare con secchi, scatoloni e nastro adesivo per indicare la rottura di una tubatura che ha allagato parte del marciapiede. “L’abbiamo segnalata più volte – ci assicura un’amministratrice di condominio davanti all’acqua che zampilla – ma a distanza di più di cinque giorni l’Acea non si è ancora vista”. Ad essere più preoccupati degli altri, però, sono gli inquilini del civico 8 della piazza. “Temiamo che si apra una voragine sotto il palazzo”, dice senza mezzi termini una condomina mentre ci mostra il dislivello del manto stradale di fronte allo stabile.
Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato nel 2001, quando la giunta Veltroni, nel quadro del Programma urbano parcheggi, ha autorizzato la costruzione di un parking interrato al centro del piazzale. All’epoca la decisione provocò una vera e propria levata di scudi da parte di associazioni e comitati, che misero in guardia il Comune sui rischi provenienti dalla particolare conformazione idrogeologica del sottosuolo nel punto in cui doveva essere realizzata l’opera. “Qui sotto il terreno è composto di argilla e sabbia e c’è una falda acquifera ad otto metri di profondità - ci spiega Roberto D’Ambrogio, di Roma nel Cuore – tant’è che il municipio nel 2002 raccomandò al Campidoglio di effettuare indagini idrogeologiche e verifiche strutturali dei fabbricati circostanti”.
Nel frattempo l’iter è andato avanti e da Palazzo Senatorio si è deciso che i rilievi, semmai, dovevano essere fatti a spese dei cittadini. “Nonostante diversi pareri negativi il parcheggio è stato fatto”, prosegue D’Ambrogio. “Di sicuro – aggiunge – per avvantaggiare qualche privato, visto che da oltre 180 posti auto si è passati ad averne circa 130, 40 sulla piazza e 92 nel parcheggio, per giunta a pagamento”. Tuttavia questo è solo l’ultimo dei problemi, assicurano i residenti. “Per arginare la falda è stata costruita una diga, ma l’acqua non è stata mai canalizzata”, spiegano i condomini. Il sospetto è quindi che siano proprio le infiltrazioni a causare il progressivo smottamento del sottosuolo.
“C’è un continuo movimento, anche se minimo, del terreno, che può dipendere dalle acque che prima passavano direttamente su via Fonteiana e ora scorrono chissà dove”, ci spiega un ingegnere mostrandoci il pavimento inclinato a “v” del suo ufficio al primo piano dello stabile. “Negli ultimi anni il terreno si è abbassato di almeno un centimetro”, dice indicando crepe e avvallamenti all’interno del giardino. Il dislivello si nota anche uscendo in strada e sono molti i condomini che devono vedersela con pavimentazioni crepate. “All’inizio erano segni impercettibili ma ora sono sempre più evidenti e ci impensieriscono: sono il segno che qualcosa non va”, dice un’altra signora.
Certo è che il moltiplicarsi delle voragini in un quadrante così circoscritto non è un fenomeno che rientra nella normalità. Insomma, qui non si dormono più sonni tranquilli. Considerato anche il fatto che, al momento, le vittime di frane e voragini faticano persino ad ottenere il risarcimento dei danni da parte del Comune. Antonella Di Luca è la proprietaria della Dacia Duster che lo scorso 13 marzo è letteralmente sprofondata nel cratere che si è aperto all’improvviso sulla Circonvallazione Gianicolense. “Sono passati quasi sei mesi e dall’amministrazione non ho ancora ricevuto una risposta, il Campidoglio e l’Acea si rimpallano la responsabilità”, ci spiega accanto al burrone che resta aperto su questa arteria capitolina. Per farla breve, nessuno, per ora, è disposto a pagare i 5mila euro spesi per riparare i danni provocati alla vettura. “Senza contare il disagio che viviamo da quando si è aperto il cratere”, rincara la donna, “un’intera strada senza luce e i pedoni costretti a passare accanto alle auto che sfrecciano a tutta velocità”.
“Abbiamo chiesto e ottenuto la convocazione della commissione trasparenza del XII Municipio che si riunirà lunedì per discutere dello stato in cui versa la via”, spiega Roberto D’Ambrogio. “Sono amareggiata”, ci confessa nel frattempo la signora Antonella, contemplando il punto dove l’asfalto ha lasciato il posto al vuoto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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