«Cuba Libre» e «Mojito», un tocco tropicale

Per la miscelazione si usa solo quello bianco, meno invecchiato ma più versatile

Meno modaiolo del gin, il rum l'altro grande superalcolico da cocktail. Si ottiene distillando il succo o la melassa della canna da zucchero. Nel primo caso si ha il rum agricolo, più pregiato, nel secondo quello cosiddetto industriale. Altra differenza quella data dall'invecchiamento. Il rum giovane sarà chiaro e di qualità modesta, mentre quello ambrato, più pregiato, invecchia almeno quattro anni (ma possono essere molti di più), spesso in botti di rovere.

Se il rum ambrato è in genere consumato da solo, a una temperatura di 12°-14° e in bicchieri a balloon, i cocktail sono realizzati con quello bianco. Tra i più noti il Cuba Libre, una parte di rum e tre di Coca-Cola, con il succo e una fetta di lime. Molto popolare negli ultimi anni è diventato il Mojito, che nella versione originale cubana prevede foglie di menta, succo di lime e zucchero di canna raffinato pestati con delicatezza direttamente nel bicchiere tumbler e poi ricoperti di ghiaccio, rum bianco e soda.

La Caipirinha invece è un long drink abbastanza simile, ma realizzato con la Cachaça, un distillato brasiliano affine al rum. Infine la Piña Colada e la Virgin Colada.

Tra le etichette più adatte, il Pampero Blanco, di facile reperibilità e versatilità, e il più insolito Extra Seco Malecon, anch'esso di provenienza cubana.

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