Meraviglioso, una pizza “smeralda”

A Porto Cervo un locale dove il più diffuso piatto italiano, in questo caso interpretato dal bravissimo Denis Lovatel, si sposa alle bollicine Ferrari e al divertimento garantito dalle più note canzoni italiane eseguite dal vivo. Un “ristorante cantato” spensierato e con materie prime di ottima qualità che rappresenta la meglio la tendenza attuale di mangiare senza pensieri

Meraviglioso, Denis Lovatel
Meraviglioso, Denis Lovatel

Un ristorante per cantare. Questa è l’idea di Meraviglioso-Italian Singing Restaurant nel cuore della movida estiva di Porto Cervo. Che dall’inizio dell’estate propone nella terrazza con vista sulla baia il format Pizza&Bollicine. Ci si potrebbe attendere un format “briatoriano” e un po’ lo è, visto che mutua l’idea di una ristorazione gioiosa e un po’ spettacolare, ma le collaborazioni sotto la cui egida nasce il progetto fanno capire che si punta anche a uno standard di qualità elevato. Le bollicine sono quelle di Ferrari, la più nota azienda italiana che produce Trento Doc, e le pizze sono quelle di Denis Lovatel, il pizzaiolo di montagna che negli ultimi anni ha conquistato Milano con due locali (uno in via dello Statuto in zona Moscova e uno in via Melzo in zona Porta Venezia) in cui propone la sua idea di pizza leggera e croccante e con ingredienti inconsueti, la cui bontà è riconosciuta anche dai curatori di 50 Top Pizza, la più importante guida italiana del settore, che recentemente ha piazzato Denis al 24esimo posto della classifica delle migliori pizzerie d’Italia. Una posizione invidiabile considerato il dominio nelle prime posizioni delle insegne campane.

Meraviglioso festa in sala

Ma torniamo a Meraviglioso. Il luogo è di quelli che se sei di buon umore te la spassi e se sei di cattivo umore te lo fa passare. Io dapprima trascorro una mezz’ora nel bar nel dehors, dove chi come me è da solo può distrarsi giudicando l’outfit dei frequentatori del mondo smeraldo. Scelgo da una interessante carta con dei cocktail signature che citano successi della canzone italiana del Novecento Tu vuo’ fa l’americano, un Americano, appunto, con mirto e soda al cedro Pompia. Ben eseguito e assai soddisfacente. Tra gli altri drink segnalo Tuca Tuca con vodka Grey Goose, lime, zucchero di zenzero, succo fresco di anguria e menta, e Splendido Splendente con gin Bombay Sapphire Premier Cru infuso alle ciliegie, St Germain, lime, Stillabunt Magic Velvet e fiori eduli. Il tutto mentre un’orchestrina di giovani in bianco esegue in forma swing alcune delle canzoni italiane più celebri, da Rino Gaetano a Lucio Battisti. Unica nota stonata, non arriva nemmeno uno snack ad accompagnare il drink, cosa di cui non avrò a rammaricarmi visto la cena che mi aspetta.

Meraviglioso, ad Andrea Baccuini
Meraviglioso, ad Andrea Baccuini

Salgo in terrazza accompagnato dalla brava Sara e mi accomodo. Un pianista di piano bar intrattiene i presenti, io mi siedo in un tavolo con vista presepe (bellissima) e scelgo il mio percorso. Come antipasto mi arriveranno delle notevoli Montanarine (per chi non lo sapesse sono pizze fritte in questo caso in formato extra-small) in tre versioni: con Gambero rosso e stracciatella, Pomodoro arrosto e Grana padano riserva e Culatello e tartufo (super). Poi anche dei tacos con tartare di tonno, di gambero rosso e di manzo. Mi parlano molto bene delle fintamente umili Patate con Grana padano riserva e tartufo, mentre leggendo il menù mi incuriosiscono anche la Porchetta di toro con salsa alla senape di Digione e cipollotto e il Cuore di bue con cetriolo, jalapeno, feta, olive e cipolla rossa. L’antipasto fila via accompagnato da un calice di Ferrari Maximum.

Buon inizio. Ma tocca alla pizza. La lista è ascendente, da quelle più tradizionali a quelle con ingredienti di lusso. Io scelgo quella che mi sembra più territoriale, la Cabras con mozzarella di bufala dop, carciofi arrostiti, bottarga di muggine, scaglie di pecorino fiore sardo dop e una mostarda al limone che garantisce una piacevole nota fresca e amara al contempo. La combinazione funziona, il topping strattona in varie direzione per un’esperienza che non annoia e la pizza è la solita di Lovatel, leggera e digeribile (il giorno dopo ne avrò le prove). In carta ci sono alcuni classici del pizzaiolo bellunese come la Cipolla non amour con la cipolla in varie preparazioni, granella di mandorle e fonduta di Grana padano dop.

Poi segnalo la Fuoco con ‘nduja, la 36 mesi che prende il nome dall’invecchiamento del Grana padano riserva e alcune pizze che già dal nome dichiarano quale sia l’ospite d’onore: Cantabrico, Culatello, Pata Negra, Re Tartufo. C’è anche una pizza dedicata al Prince Aga Khan (colui che “inventò” la Costa Smeralda) dagli ingredienti davvero principeschi: oro 24 carati, mimosa d’uovo, mozzarella di bufala dop, stracciatella e caviale Meraviglioso. Il prezzo non è per tutti, ma del resto qui si gioca a carte scoperte: 90, 200 o 350 euro a seconda della quantità di caviale che si desidera (10, 30 o 50 grammi). Il resto delle pizze costa tra i 28 euro della Sofia e della Cipolla mon amour ai 65 della Passion. Io accompagno la mia pizza con un calice di Ferrari Perlé 2018, piacere affidabile.

Meraviglioso
Meraviglioso

Nel frattempo la serata è lanciata. Sì canta, qualcuno si avventura anche in un ballo, i camerieri ogni tanto trascinano i clienti a lasciarsi andare con dei fuochi o sventolando i tovaglioli ma nulla appare forzato o esagerato. Solo divertimento, la gente è in vacanza (tutti tranne io che sono qui per il mio gravoso compito di raccontarvi il cibo). Il servizio è piacevole e divertente ma senza sbavature. Nel frattempo mi arriva il dessert, una godibile tartelletta alla frutta. L’esperienza si chiude con il sorriso, lascio Meraviglioso dribblando corpi sazi che ballano, beati loro.

Meraviglioso è un progetto di 5 Club, un gruppo milanese guidato dall’ad Andrea Baccuini attivo nell’eat-ertainment, la gastronomia di

intrattenimento, che già vanta un club a Courmayeur e altri ne ha in cantiere. Presto potrebbe sbarcare anche a Milano, città in questo momento molto propensa al mangiar godendo, dopo anni di liturgie fine dining. Aspettiamo nuove.

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