Ennio Doris, l'egoista altruista che ha messo l'Italia in banca

Dal tifo per Fausto Coppi al soccorso ai naufraghi di Lehman Brothers. La crisi finanziaria globale vista da un inguaribile (e "folle") ottimista

Ennio Doris, l'egoista altruista che ha messo l'Italia in banca

La chiave di violino di un'esistenza vissuta fuori spartito è tutta in un paradosso: «Il modo migliore per essere egoisti è essere altruisti». Ennio Doris non è un missionario ma evidentemente ci ha sempre creduto: non si tratta di dispensare qualche regola astratta di etica professionale, buona per i convegni con annesso coffee break; no, dev'essere uno stile di vita che poi è diventato una bussola per il banchiere di successo: arriva il giorno in cui devi decidere se salvare te stesso o il cliente che ti ha affidato le sue fortune. È un bivio fatale, ma quel giorno - è il 10 settembre 2008 - Doris ha un'intuizione: correre in aiuto dei naufraghi che hanno investito in Lehman Brothers e presentare quell'operazione come un biglietto da visita per rilanciare Mediolanum. È una sfida temeraria ma è la terza via di Ennio Doris. Uscire dalla trappola senza lasciarsi macerie alle spalle. E lui ce lo racconta in un libro appena uscito - C'è anche domani (Sperling&Kupfer, scritto con Leopoldo Gasbarro) in cui il passato e il presente s'inseguono e si saldano: gli albori e gli anni della crisi finanziaria globale, la conquista della moglie Lina e il tracollo delle banche americane.

È una storia apparentemente senza scossoni e ricette miracolose, una di quelle narrazioni che raccontano meglio di tanti trattati come l'Italia sia uscita dalla povertà, abbia imboccato la strada del benessere e di un orizzonte più largo, si sia inventata nuovi business e si sia tolta i panni della provinciale. Ma poi, sorpresa, Doris ci offre anche le coordinate per combattere gli anni bui in cui siamo precipitati come un meteorite in una caduta che pare inarrestabile. No, lui prova a costruire il futuro anche sulle gambe incerte di questo presente gramo: «Mercoledì 10 settembre 2008... scorsi velocemente la lista con i nomi delle banche e delle relative esposizioni: Lehman Brothers, 203 milioni e mezzo di valore nominale; 160 milioni di euro di controvalore». Che fare? Doris ha già deciso: «Entrai nella sala come uno che torna da una lunga spedizione in cui ha scoperto una miniera d'oro. Qualcuno mi guardò come se fossi un indemoniato, distaccato dalla realtà, fuori dalla grazia di Dio». Doris prende i suoi collaboratori in contropiede: «“Cosa sono queste facce da funerale?”, tuonai simpaticamente, sorridendo. “Prendete una macchina fotografica”, dissi. “Facciamo una foto tutti insieme, immortaliamo questo momento. La giornata di oggi segnerà la storia. La storia di Banca Mediolanum, della finanza e del nostro Paese, forse del mondo intero... Domani annunceremo al mondo che Banca Mediolanum non è come le altre banche”, continuai. “Stavolta però ci crederanno... Domani annunceremo che Banca Mediolanum rimborserà il capitale che i nostri clienti hanno investito sui prodotti che avevano come sottostante i titoli di Lehman Brothers”».

Si può sorridere davanti a un tono così concitato e pensare maliziosamente che Doris abbia deciso di scrivere un'autobiografia agiografica e si sia fatto i complimenti da solo. Ma la realtà dei numeri è lì, pronta a sgombrare equivoci: «Quella mattina, davanti alla platea riunita a Palazzo Mezzanotte, lo spiega chiaramente: “Abbiamo deciso di intervenire nei confronti dei clienti che hanno acquistato nostre polizze d'investimento con sottostanti obbligazioni Lehman Brothers. Si tratta di circa 11mila clienti, e il controvalore delle spese che rimborseremo sarà di circa 160 milioni di euro, su 203 e mezzo di valore nominale”».

Più di mezzo secolo prima, il 30 maggio 1953 Ennio, adolescente in quel di Tombolo, un puntino a trenta chilometri da Padova, aveva ricevuto una delusione fortissima: lui e il padre avevano seguito alla radio del bar le evoluzioni di Coppi sulle Alpi. Coppi era passato in cima al Sella con quasi due minuti di vantaggio sullo svizzero Kobler. Un trionfo. Poi, sulla strada per Bolzano era accaduto l'imprevisto: Kobler aveva recuperato e raggiunto Coppi. Un disastro. Ennio era a terra, suo padre lo afferrò per le spalle e gli disse: «Ennio, ricordati che c'è anche il domani». E l'indomani, a sorpresa, Coppi ristaccò Kobler e arrivò a Bormio a braccia alzate, vinse tappa e Giro. Il 31 maggio 1953 Ennio Doris inizia la sua personale scalata al successo. Si diploma in ragioneria ed entra all'Antoniana di Padova, filiale di Tombolo. Poi conosce Lina che diventerà sua moglie. Passa all'intermediazione finanziaria. E il 2 febbraio 1982 inventa Programma Italia che poi diventerà Banca Mediolanum. Cartoline da un'Italia in bianco e nero, ingenua e malata di ottimismo, che piano piano si attrezza per raggiungere traguardi ambiziosi. Il successo appare lì, a portata di mano.

Poi arriva l'11 settembre e poi ancora il settembre del 2008, la fine delle illusioni.

«Il modo migliore per essere egoisti è essere altruisti». Silvio Berlusconi, presentandolo al ristorante alla moglie Veronica, gli tributerà il più berlusconiano dei complimenti: «Devi sapere, Veronica, che quest'uomo è un folle... Un folle più folle di me».

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