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Firenze, restaurati gli affreschi della chiesa degli Uffizi

Recuperate le pitture murali di San Pietro in Scheraggio, il tempio romanico che ospitò le riunioni dei priori fiorentini prima della costruzione di Palazzo Vecchio e che fu «abbattuta» dal Vasari per realizzare la Galleria

Completato il restauro delle superfici architettoniche e degli affreschi dell’ex chiesa di San Piero in Scheraggio, che si trova nel complesso della Galleria degli Uffizi. Al recupero degli elementi decorativi delle strutture murarie originali della ex chiesa di impianto romanico, successivamente inglobata dal Vasari nella costruzione degli Uffizi, ha partecipato anche un gruppo di giovani allievi della Scuola edile di Firenze.

Con la direzione scientifica di Daniela Parenti (direttrice del Dipartimento pittura del Medioevo e primo Rinascimento degli Uffizi) e di Antonio Godoli (direttore dipartimento di architettura degli Uffizi ), e sotto la diretta responsabilità della restauratrice Laura Lucioli, nell’arco di quattro mesi gli studenti hanno appreso, applicandole con successo, le teorie e le tecniche del restauro su questa tipologia di strutture architettoniche decorate.

«Si è trattato - ha detto il soprintendente ad interim del Polo museale fiorentino, Alessandra Marino - di una bella occasione di impegno anche perché è stata l’occasione per riportare dai depositi di Palazzo Pitti in San Pier Scheraggio l’affresco con la figura di un santo che era stato staccato più di cinquant’anni fa da una delle colonne visibili in via della Ninna e che è stato temporaneamente riposizionato all’interno della chiesa, costituendo quindi un’opportunità di ripensamento per una sua successiva e definitiva collocazione».

«Seppure ridotte ormai a pochi frammenti - ha sottolineato Daniela Parenti - le pitture murali restaurate testimoniano l’importanza che la chiesa di San Pier Scheraggio, officiata fino al tardo XVIII secolo, ebbe in epoca medievale nella vita religiosa e civica fiorentina, ospitando fra l’altro le riunioni dei priori delle Arti prima della costruzione di Palazzo Vecchio».

Il velario presente lungo la parete che in origine chiudeva la navata destra della chiesa sembra risalire al XIII secolo, mentre già alla prima metà del secolo seguente sono riferibili gli affreschi con San Francesco e un santo martire raffigurati sulle colonne, che attestano lo splendore decorativo che doveva caratterizzare <WC>l’edificio i cui resti sono ancora visibili in via della Ninna (le colonne della navata centrale e alcuni archi) e all’interno degli Uffizi (una navata laterale).

San Pietro era una delle più importanti chiese della Firenze medioevale, prioria di uno dei sestieri cittadini e fu in larga parte distrutta nel 1560 quando furono realizzati gli Uffizi per opera di Giorgio Vasari.

Il nome della chiesa deriva dal fossato di Schiaraggio che correva lungo la prima cinta muraria. Consacrata nel 1068, l’importante chiesa romanica non servì soltanto per le funzioni religiose, ma anche per le riunioni dei Consigli del Comune prima della costruzione del Palazzo dei Priori (il futuro Palazzo della Signoria o Palazzo Vecchio). Qui parlarono Dante e Boccaccio, in particolare dal famoso pulpito che oggi si trova nella chiesa di San Leonardo in Arcetri.

La chiesa, cosa singolare per un edificio romanico era affrescata e ospitava una famosa Madonna con il Bambino di Cimabue. La dolcezza della Madonna, che sembrava tenere il figlio per farlo addormentare, le valse il soprannome di Madonna della ninna nanna, dal quale derivò il nome ancora in uso della via della Ninna. Già nel 1298, con la costruzione di Palazzo Vecchio, la chiesa era stata rimpicciolita attraverso la demolizione della cappella della Madonna di Cimabue.

Nonostante il passato così illustre, fu vittima ancora di trasformazioni e distruzioni, prima nel 1410, per l’allargamento della via della Ninna, quando la

chiesa perse la navata nord e poi nel 1560, quando fu inglobata nel palazzo delle Magistrature o degli Uffizi. In quel occasione perse anche il campanile, la canonica e il piccolo cimitero. Cessò di essere officiata nel 1782.

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