Da 40 anni la Galleria Ponte Rosso di via Brera 2 a Milano, stampa e mostra disegni, quadri e sculture che per l'occasione dell'apertura della mostra "Burano, isola dei pittori", si sono trasformati in un unico calendario con l'immagine portante della barca dei pittori della lauguna veneta per mano di Vellani Marchi. Sulla barca ci sono tutti e con loro persino l'oste o meglio il cuoco, il proprietario della trattoria amata dagli artisti di Burano, Romano.
Fino a domenica 20 gennaio la galleria ideata da Orlando e Nanda Consonni nel 1955, da prima creando edizioni d'arte di grande pregio sulle quali hanno scritto illustri critici come Orio Vergani, Formaggio, Caramel, Olivieri, Santucci, Gualdoni, Pancera, Sala, Pontiggia, Ghilardi, Monteverdi, De Grada, Rizzi, Valzelli, Bruno, Corradini, Crespi, Galimberti, Bossaglia, De Stasio, Bortolon...poi ha pensato subito di organizzare mostre personali e collettive di grandi maestri. Le correnti erano le seguenti: "La Scuola di Burano", "Il Chiarismo lombardo", "Il Naturalismo padano", "Il Novecento", "Il Post-impressionismo" e "Il Realismo". Dal 1973 ad oggi sono stati prodotti più di 250 cataloghi per artisti come Vellani Marchi, Lilloni, Perelli Cippo, Consadori, Brambati, Beltrami, Pellini, Novello, Spreafico, Melo, Tallone e tanti altri. Non va dimenticato che dal 1995 la PonteRosso indice il Premio Carlo Dalla Zorza per giovani artisti.
In mostra sono esposte una quarantina di opere nella prima sala fra dipinti e disegni di 15 artisti italiani realizzati tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta: Bellotti, Brambati, Castellani, Ponti, Consadori, Spilimbergo, Dalla Zorza, Labò, Lilloni, Novello, Perelli Cippo, Seibezzi, Senigaglia, Tallone, Vellani Marchi. Ma spieghiamo meglio che cosa è "Burano, l'isola dei pittori". Burano come Murano, oltre a essere un'incantevole isola, unica da un punto di vista paesaggistico sia naturale che antropico, è stata un "luogo pittorico d'eccezione", per almeno tre generazioni di artisti (la Galleria se ne è occupata di quattro generazioni), particolarmente veneti, trentini e lombardi, che a partire dagli anni Venti hanno frequentato l'isola di Burano dando luogo alla cosidetta "Scuola di Burano. I luoghi di ritrovo erano il ristorante "Da Romano" (ora classificato tra i locali storici) e casa Maggioli. Alcuni di questi artisti, in particolar modo quelli lombardi, frequentavano a Milano un altro luogo storicamente riconosciuto, la trattoria toscana "Bagutta", scoperta da Riccardo Bacchelli che nel 1927 con un gruppo di letterati e di artisti fondo l'omonimo Premio, il "Premio Bagutta" dando vita al cosìdetto "cenacolo baguttiano"....Semeghini, Novello, Vellani Marchi, Palazzi e Vernizzi, pittori che ruotavano attorno alla Ponte Rosso. Questa, dopo avere dedicato parecchie mostre ai baguttiani, vuole presentare opere di artisti di diverse generazioni, dai maestri storici come Semeghini o Senigaglia, il più giovane (alcuni sono morti), tutte dedicate all'isola e alal laguna che la circonda con paesaggi, nature morte e ritratti.
Tra le opere spiccano quelel di Tallone e il lavoro di Mario Vellani Marchi, pittore e straordinario disegnatore, l'artista che più di altri ha documentato le sue "Liste" (disegni acquarellati), tutta l'attività svolta sia da Romano a Burano che in Bagutta a Milano.
Nelle due sale possiamo anche ammirare una bella Amsterdam, un olio di Perelli Cippo, tante sculture di Pellini, delicati oli di Giunni, acquarelli e pitture di Palazzi, Cotugno, Melo, accanto ad altre sculture di Blandino e Maierna, opere di Lina Bellotti (artista del Papa), Chiara Luraghi....Interessanti anche la serie delel nature morte Vittorio Emanuele incorniciate dall'artista con grande modernità, icona iperaliste, poetiche, colorate e incantate quasi come quelle di Caravaggio. Insomma, dite come volete, io la chiamo "Burano in mano", come il totolo di una bella mostra di Silvio Consadori. Mezzo secolo di frequentazione lagunare. Brava Nanda (Orlando) è scomparso e bravi i suoi figli che continuano a sostenerla in un'avventura oggi più che mai difficile ma sempre affascinante. Alcuni di questi pittori li conoscevo bene, così come frequentavo la Trattoria di Romano perchè mi sono laureata in Storia dell'Arte e dell'Architettura a Venezia e perchè in casa mia si è sempre respirato aria di "trementina" e "olio di lino", mio padre e mio fratello dipingevano, io e mia sorella lavorammo persino in diverse gallerie fino a farne una mia, ma era di fotografia; gli anni Ottanta erano già iniziati e l'arte era anche quella della riproduzione. Un collezionista, Franco Bolla amico di tanti artisti mi insegnò parecchie cose e mi arricchì con le storie dei Maestri di Burano.
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