A Palazzo Strozzi di Firenze brilla "Shine" di Jeff Koons

Lo scultore americano da ormai quarant'anni è entrato nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, dai raffinati riferimenti alla storia dell’arte alle citazioni del mondo del consumismo

A Palazzo Strozzi di Firenze brilla "Shine" di Jeff Koons

Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e curata da Arturo Galansino e Joachim Pissarro, con il sostegno di Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Fondazione CR Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, la mostra riporta a Firenze l’artista americano dopo il suo “Pluto e Proserpina” che sei anni fa in piazza della Signoria, pareva sfidare, coi suoi scintillìi dorati, la città di Michelangelo. Ed è sempre questo brillare - tema ricorrente dell’artista che da il titolo all’esposizione - a farla da padrone a Palazzo Strozzi, che prosegue idealmente il percorso intrapreso con la mostra “American art 1961-2001”, tuttora in corso; e, grazie anche a prestiti provenienti dalle più importanti collezioni e dai maggiori musei internazionali, rende omaggio al grande artista statunitense con quella che - senza dubbio - è la sua più grande mostra di sempre nel nostro Paese.

La Lucentezza: quasi un’ossessione per Koons che ha le sue radici nelle forme decorative scintillanti e tondeggianti che animavano i giardini della Pennsylvania durante la sua infanzia, e che rappresenta per l’artista il contrasto tra l’essere e l’apparire. Uno scintillio che può risplendere, ma che, spostando anche solo di pochissimo il punto di vista, può abbagliare. E riflettere. Le superfici a specchio delle opere di Koons, infatti, hanno lo scopo di mostrare alle persone il proprio sé: l’arte, per lo scultore americano, consiste nel rapporto che instaura con chi la osserva. Come egli stesso dice, infatti, “Il lavoro dell’artista consiste in un gesto con l’obiettivo di mostrare alle persone qual è il loro potenziale. Non si tratta di creare un oggetto o un’immagine; tutto avviene nella relazione con lo spettatore. È qui che avviene l’arte”.

Ed è forse questa la vera forza di Koons, autore da ormai quarant'anni di lavori entrati nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di unire cultura alta e popolare, dai raffinati riferimenti alla storia dell’arte alle citazioni del mondo del consumismo: i molteplici significati sottesi nelle sue sculture sono spesso complessi da identificare, ma il magnetismo che le sue opere emanano ha saputo farne un artista che, dalla metà degli anni Settanta

a oggi, ha rivoluzionato il sistema dell’arte internazionale, rendendolo uno dei massimi protagonisti della scena artistica mondiale a cavallo tra i due millenni. Jeff Koons risplenderà a Firenze fino al 30 gennaio 2022.

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