Padrone rude, sfruttatore dei propri contadini (Hoepli). Per il Dizionario della Minerva anche “segavene, scorticatore, angariatore de’ villani”. La parola principale da cui deriva, “scorticatore”, definisce chi toglie o strappa la pelle, in senso proprio o figurato. Scorticare è anche togliere destramente o rapacemente denari o sostanze, “rovinare colle troppe gravezze”.
Esempio (attualissimo) tratto dal Rigutini-Fanfani: “Governi scorticatori di popoli”. Per lo stesso dizionario, “chi cerca guadagni anche sudici e meschini” è uno “scorticapidocchi”, che a sua volta il Pianigiani definisce “spilorcio, avaro, tale da toglier la pelle”. Casomai non fosse chiaro, il Minerva avverte: “Voce disprezzativa”. Prodigo di sinonimi di scorticapidocchi è il D’Alberti di Villanuova: “Spizzeca, piattola, tignamica, mignatta, zacchera, pillacchera, spilorcio, avarone”.
“Scorticatore” per il Devoto Oli è l’addetto allo scorticamento di animali, e anche “sordido usuraio, strozzino spietato”. Il Cardinali-Borrelli aggiunge che la parola viene usata “a modo d’ingiuria, invece di Ghiottoncello”, che a sua volta significa uomo di malaffare, furbo. Scorticatore di cavalli è “colui che fa mestiere di ammazzare i cavalli per isquartarli e trar profitto dalla pelle, dalla grascia, dai crini, dalle ossa”.
Il Tommaseo per definire uno scorticatore utilizza le figure dell’“usuraio”, dell’”avvocato”, del “pelamantello”, che a sua volta è “rubatore, furfante, mascalzone”.“Segavene”, sempre per il Tommaseo, è “persona che tiranneggia altrui e cerca sempre il suo vantaggio”. “Scorticagatti” per lo Zingarelli è “medico, chirurgo, particolarmente incapace”.
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