D’accordo, hanno fatto pena ma sono figlie del campionato

Nulla è perduto, fuorché (forse) l’onore. Se questo giro di Champions ci doveva dire come sta il calco italiano, meglio rintanarsi in casa e non uscirne più. Risultati da malinconia, gioco anche peggio. L’Europa ha perfin rovesciato la logica delle nostre classifiche che, fino a prova contraria, non sono più gestite da divagazioni arbitrali ed altro. L’Inter, che guarda tutti dall’alto in basso, qui è diventata la piccola fiammiferaia. La Fiorentina, che sta 11 punti indietro e vede da lontano anche Juve e Milan, è diventata la più bella del reame. E non solo perché è l’unica sicura qualificata agli ottavi. La gente di Prandelli ha dimostrato di avere gioco personalizzato, capacità di segnare e mantenere il risultato. Si dirà: guardiamo gli avversari. Bene, il Lione non è così male. E chi dimentica le sofferenze finali di Milan e Juve? Meglio stendere un velo. Inter e Juve hanno dimostrato di avere meno personalità di Milan e Fiorentina. La Juve non smette mai di dimostrare che l’Inter, anche nella sconfitta, riesce a trarne un pizzico di soddisfazione in più. Una cosa è perdere 2-0 con il Barcellona, un’altra con il Bordeaux.
E adesso chi lo dice a Lippi che Borriello è meglio di Amauri? Visti i due ieri sera? Uno segna e magari potrebbe prenderci di più. L’altro niente più che un muletto, ansimante ed affannato. Senso del gol? Da brivido, ovviamente per la squadra sua che se li aspetta. L’Italia del palloncino sgonfiato, deve far riflettere pure sulla nazionale.
Tutto in linea con il campionato: stiamo a sbatterci in un mare di illusioni e illusionisti. Appena mettiamo naso fuori, c’è sempre da appellarsi al santo protettore. Stavolta s’è messo in libertà perfino lo stellone di Mourinho e se ne sono visti gli effetti sull’Inter. Mai vista un’Inter così imbalsamata da almeno trent’anni. Bisogna riconnettersi con il 7-1 del Borussia Moenchengladbach, e lattina annessa, per ritrovare una squadra così devastata dall’avversario.
In quattro partite, tra Manchester (l’anno scorso) e Barcellona (quest’anno) e dopo aver totalmente rinnovato l’attacco e rinforzato difesa e centrocampo, l’Inter non ha segnato neppure un gol. Ed è in testa al campionato: strapotente e quasi strafottente. Invece quando gioca contro le grandi d’Europa diventa insignificante quanto il Siena. Troppo? Vabbè, spingiamoci fino al Bologna.
Ma che dire della Juve: comincia con Amauri e Del Piero e chiude con Immobile e Giovinco. Sicuri che Ferrara abbia capito tutto? Questa è Champions, non coppetta del nonno. E adesso si decide tutto con il Bayern (con due risultati favorevoli su tre). La Juve si è sciolta a lungo andare, il Milan ci ha raccontato la solita storia: momenti di grandezza ed altri di fatica estrema, risultato tenuto con le unghie e la grinta che fa parte del Dna. Non ha mai vinto a San Siro, dovrà tornare a vincere all’estero.
Detto questo, mettiamoci pure le mani nei capelli. La bella andatura della Fiorentina è il pollice contro al nostro calcio in Europa: è la (presunta) più debole delle quattro e adesso si presenta come la (presunta) più forte.

Appuntamento al prossimo giro: c’è il tanto di speranza per restare in Europa. Ci sono tre secondi posti nel girone che strizzano l’occhiolino. Ma se il calcio fosse una scienza e non casualità, il futuro sarebbe già segnato.

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