Dai re ai premier, se la politica diventa un affare a luci rosse

Pure il re di Svezia. Se ne sentiva la mancanza, nel “Panini” del bunga-bunga mondiale. A livello di monarchie, eravamo fermi al principe: Carlo d’Inghilterra, arrapatissimo mandrillo con quel bel donnino di Camilla. Fuori classifica il nostro Vittorio Emanuele con i suoi trascorsi a luci rosse: non ha corona. Benvenuto allora a sua maestà Gustavo, re reggente con corona vera, che arriva ad occupare il trono nella speciale classifica porcella, ogni giorno più prestigiosa.
Narrano i giornali di Svezia che la regina Silvia, povera donna, sia così esasperata e umiliata da giungere al gesto estremo: togliersi la fede nuziale dal dito. Che significa togliersi il consorte dai piedi. Sta uscendo di tutto. Gustavo che organizza festini selvaggi già subito dopo aver conosciuto la regina, nel lontano ’72. Gli incontri piccantissimi, quasi sempre organizzati al “Club Power”, sono riservati agli amici intimi di sua maestà e a nutriti gruppi di giovani attrici, giovani modelle, giovani attrici-modelle. Rivelata anche la lunga relazione, chiamiamola seria, con la modella e cantante Camilla Henermark, terminata soltanto agli inizi degli anni ’90.
Mentre la Svezia s’indigna e chiede l’abdicazione, il mondo sorride e si appassiona. Dopo Internet, che ha segnato la fine dell’ultimo secolo, il bunga-bunga d’alto bordo sta segnando gli inizi di questo nuovo millennio. Non ci sono santi, e non è solo un modo di dire: gli scandali a luci rosse dilagano e diventano a pieno titolo storia contemporanea. Ogni giorno ha la sua bella rivelazione. Ogni continente e ogni singola nazione hanno le loro personalità nella polvere. Tra gossip sopraffino e bassa macelleria, prima o poi tocca a tutti: ministri e capi di stato, premier e sovrani, manager e sottosegretari. Anche l’Italia ha dato, come no: dal bunga-bunga di Arcore ai massaggi di Bertolaso, passando per l’altra sponda con Sircana a Marrazzo, abbiamo passato le ultime stagioni politiche a parlare più di zone erogene che di zone depresse. Ci siamo anche molto flagellati, per questa decadenza del livello. Ma adesso possiamo dirlo con un certo orgoglio: fuori stanno pure peggio.
Gli scandali, più o meno succulenti, stanno scoppiando come botti a Capodanno. Per pietà, per disgusto, lasciamo doverosamente fuori i casi di violenza sessuale, accertati o ancora da accertare, come l’ultimo del finanziere Strauss Kahn. Ma il nuovo pastone politico, ormai, non può più prescindere dagli ultimi aggiornamenti sulle maialate eccellenti. Quello che un tempo non interessava, perchè faccenda privata, o forse solo perchè gli allupati di allora erano molto più bravi a nascondere le proprie frattaglie, oggi suscita il massimo dell’interesse generale. C’è l’ex ministro inglese Nigel Griffiths, amico del premier Gordon Brown, che finisce alla gogna perchè sorpreso a fare sesso con l’amante nei locali della House of Commons. I francesi rispondono con Georges Tron, sottosegretario alla funzione pubblica, costretto a dimettersi per averci provato con due impiegate del municipio dov’era sindaco. Gli americani, che non hanno mai rinunciato ad una solida venatura puritana, ciclicamente ne mandano a casa uno per i suoi trascorsi a manomorta: ultimo il deputato democratico Anthony Weiner, che ha lasciato la zampa nella tagliola buttando in rete foto scabrose di sè medesimo, rimettendoci la corsa a sindaco di New York, ma anche la moglie.
Diavolo, in fondo sono passati soltanto tredici anni da quel fatale 1998, quando il presidente Bill cadde sotto i colpi di Monica. In quei tempi, al di qua dell’oceano ci stupivamo che affari così privati potessero influire tanto sul grande scenario politico. Al limite è un grosso problema per sua moglie, dicevamo abbastanza stupiti. Mai avremmo pensato che le scappatelle e i tradimenti extraconiugali potessero risultare così determinanti. Eppure là fu la causa di una caduta epocale.
Sì, indubbiamente i tempi sono cambiati. Il mondo ha abbattuto un altro muro, forse l’ultimo: quello che divideva la sfera personale dalla sfera pubblica. Non è dato sapere se siamo diventati tutti più guardoni e tendenzialmente più morbosi, oppure se in passato la politica fosse più abile a coprire le proprie vergogne. Certo viene difficile adesso pensare ai Rumor e ai Remo Gaspari inguaiati in festini piccanti, magari travestiti da Spiderman o da Nano Pisolo.

Ma in ogni caso resta la fondamentale differenza di gusto, di estetica, di curiosità, tra quei tempi di peccati segreti e questi di svergognamenti globali. Forse è davvero giunto il momento, per i potenti della terra, di proclamare la resa di fronte all’onda anomala del gossip porcello. Non si può nascondere più niente. Come direbbero in Svezia: il re è nudo.

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