Roma - Dopo cinque giorni di camera di consiglio la Corte d'appello rivede la condanna a Marcello Dell'Utri, riducendo la pena a sette anni e assolvendolo per i fatti avvenuti dopo il 1992. Il Pdl si stringe attorno al senatore siciliano: "E' stata smontata la tesi di Spatuzza su Forza Italia". Ma resta l'amarezza per la sentenza. Sentenza che, il ministro Bondi, si augura sarà capovolta dalla Cassazione. Ad attaccare duramente è, ancora una volta, il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che ironizza: "Speriamo che Berlusconi non lo faccia ministro". A rispondergli è proprio Dell'Utri: "Non sono io quello che vuole fare il ministro".
Il Pdl si stringe attorno a Dell'Utri Se Amedeo Laboccetta, deputato napoletano del Pdl, accusa i giudici di "non aver avuto il coraggio di assolvere un innocente", il coordinatore del Pdl Sandro Bondinon nasconde la propria amarezza: "La mia speranza è che la cassazione riaffermi che l’Italia è la patria del diritto". Piena solidarietà anche da Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato. "Sia gli amici sia gli avversari farebbero bene a riflettere sulla sentenza della Corte d’Appello di Palermo - puntualizza il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone - la sentenza, certo, addolora per la condanna contro Marcello Dell’Utri, comunque ridotta: e c’è davvero da augurarsi che la Cassazione possa essere molto più coraggiosa, su questo. Ma la Corte d’Appello, e questo è comunque un fatto di enorme rilevanza, ha smontato tutta la letteratura di fantascienza su cui gran parte della sinistra giustizialista e del network mediatico di supporto avevano lavorato per una decina d’anni: le assurde accuse di Spatuzza, il coinvolgimento del nascente centrodestra nelle stragi, la tesi della cosiddetta entità". Secondo Capezzone, "tutto questo è stato spazzato via: ed è su questo che una parte della magistratura, oltre che i tenutari di note trasmissioni televisive, con il contorno di sedicenti o autoproclamati 'mafiologi', dovrebbero scusarsi. Chi pensava o sperava di usare questa sentenza in altri processi, per alimentare fumosi teoremi su politica e mafia, dovrà rassegnarsi".
Gelmini: "Dell'Utri persona perbene" "Marcello Dell’Utri è una persona perbene e ha tutta la mia solidarietà e quella dei tanti militanti che, in questi sedici anni, lo hanno conosciuto e apprezzato - commenta il ministro dell'Istruzione - un uomo che, per sensibilità e cultura personale, è totalmente estraneo alle accuse che gli sono rivolte. Sono certa che nel terzo grado di giudizio riuscirà ad ottenere giustizia. Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa è un’anomalia tutta italiana, spesso usato per processi di tipo politico in mancanza di prove". "L’unico aspetto positivo, in questa giornata che comunque non ha fatto giustizia - prosegue la Gelmini - è la totale smentita del teorema secondo cui Forza Italia sarebbe stata un partito nato per assecondare gli interessi dei mafiosi. La sentenza di oggi ha respinto al mittente un’accusa assurda nei confronti di una forza nata nel 1994 come grande risposta popolare ad un modo vecchio di gestire la politica. Un partito che ha coinvolto milioni di italiani e ha infiammato i cuori di tanti giovani. Questo è stata Forza Italia, questo sarà il Pdl".
Granata: "Non è il caso di festeggiare" Rispetto le sentenze della magistratura e la presunzione di innocenza è comunque valida fino alla Cassazione - commenta invece Fabio Granata, deputato finiano eletto nelle file del Pdl - non mi piace, però, questo sport nazionale di commento di solidarietà o festeggiamento per un uomo politico importante che è stato condannato". "Il collegio che lo ha giudicato è equilibrato e certamente garantista, quindi attendo di leggere le motivazioni della sentenza - conclude Granata - l’unica valutazione politica che va fatta è che Vittorio Mangano non è stato un eroe, ma un mafioso condannato".
L'affondo di Di Pietro "Anno più, anno meno, il fatto resta quello che è, ossia che Marcello Dell'Utri ha avuto rapporti penalmente rilevanti con la mafia - commenta ill leader Idv, Antonio Di Pietro - speriamo che Berlusconi adesso non faccia ministro pure lui".
Immediata la reazione dello stesso Dell'Utri: "Di Pietro può stare tranquillo. Se c’è uno che non vuol fare il ministro quello sono io". Poi rilancia: "Mi sembra un’osservazione alla Di Pietro, mi verrebbe da chiedere 'che c’azzecca'?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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